“Il governo ha deciso di prendere le forbici e
infilzare il diritto alla salute, che in questo Paese sembra il bersaglio
preferito. Il combinato disposto tra Europa e ministero dell’economia piomba
ancora una volta sui bilanci delle famiglie: lo Stato e il sistema delle
regioni hanno definito i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza). Dato
il governo dice di non avere i soldi, li sfileranno come di consueto dai
portafogli dei cittadini”.
Lo scrive, in una nota, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio
regionale del Lazio.
“In pratica, ci sono nuove prestazioni e le cure cosiddette “universali”
avranno un ticket, per un valore calcolato dalla Cgil e non da pericolosi
esponenti del centrodestra in circa 60 milioni di euro. Le prestazioni da
pagare saranno numerose e andranno a colpire soprattutto la popolazione più
bisognosa di cure, gli anziani. Non dice una parola Beatrice Lorenzin,
ministro della salute, che avrebbe dovuto sobbalzare dalla sedia non appena
scoperta l’assenza di quattrini; stanno zitti i complici del misfatto, ovvero
i governatori. E dalle parti nostre si manifesta come il solito sfuggente e
taciturno Nicola Zingaretti, che pure ogni giorno ci racconta di un disavanzo
che cala senza incidere sui servizi offerti ai cittadini. A chi racconterà
stavolta la favoletta che ci infligge da ben tre anni? La sanità –
prosegue Storace su Il Giornale d’Italia – continua ad essere gestita con
una logica prettamente economicistica, la persona oggetto delle cure conta
sempre meno ed è messa in fila semplicemente per capire quanto produrrà in
termini di spesa e che cosa ricavarne. Ormai la salute è affidata al mercato
e fa davvero riflettere che la scure sia agitata da personaggi che si
dicevano di sinistra. Ma ormai si sono tutti trasformati in ragionieri con
calcolatrice in mano. Lo Stato non deve più spendere per la salute degli
italiani. E viene da chiedersi perché dobbiamo cacciare fior di quattrini
per la fiscalità generale se la sanità dobbiamo pagarcela da soli. E fra
quanto tempo perderemo quel primato con cui l’organizzazione mondiale della
sanità ci colloca al secondo posto fra i sistemi più attenti
all’universalizzazione del servizio. Procedendo così, retrocederemo”.