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Sanità Lazio, dai pronto soccorso ai reparti in crisi

scritto da Redazione
Sanità Lazio, dai pronto soccorso ai reparti in crisi

La situazione della sanità del Lazio rischia di esplodere. Dopo la pandemia che ha messo in ginocchio il servizio sanitario pubblico collassato per l’ondata dei contagi, a pagare il prezzo più salato delle carenze del sistema sanitario pubblico sono soprattutto anziani e fragili. Persone che ogni giorno devono fare i conti con carenza di personale, liste d’attesa interminabili, chiusure di reparti, pronto soccorso al collasso, mancanza di macchinari e soprattutto con una medicina territoriale inefficace.

Tutti mali che pesano sullo stato di salute dei cittadini a volte con conseguenze irreparabili. In questo contesto, il governatore Francesco Rocca, tra i primi atti della sua presidenza, ha stanziato circa 23 milioni di euro alla sanità privata per dei posti letto definiti dagli addetti ai lavori “inutili” insieme a 100 euro lordi a medico presi dai bilanci di aziende ospedaliere e Asl allo scopo di incentivare i medici ad accollarsi più turni in pronto soccorso. Soluzioni che non hanno portato ai risultati sperati.

Ad oggi il mio impegno maggiore è quello di tenere aperti i reparti, di rallentarne la caduta invece di pensare al loro sviluppo. I soldi per gli incentivi al personale sono presi dai bilanci delle aziende perché il Mef non mette mano ai fondi del personale e anche se facciamo concorsi non troviamo la forza lavoro di cui abbiamo bisogno perché le piccole aziende sono poco attrattive”, ha commentato il dg della Asl di Frosinone, Angelo Aliquò, che rischia di chiudere i reparti di pediatria e malattie infettive di Alatri.

Piu che un fatto finanziario c’è una difficoltà di reclutamento delle figure professionali, come medici di pronto soccorso, anestesisti e pediatri – ha spiegato il dg della Asl Roma 5, Giorgio Santonocito -: adesso abbiamo assunto 5 cardiologi che andranno a rimpolpare le nostre 5 strutture che fanno capo a 500mila abitanti. I fondi ci sono nel nostro bilancio”.

Eppure i comitati cittadini non sono dello stesso avviso viste le criticità riscontrate al pronto soccorso del polo ospedaliero Colleferro-Palestrina, in neurologia che oggi si avvale di un unico operatore e che in tutta la Asl non c’è una risonanza magnetica. Mentre la Cgil Fp lamenta anche che a Colleferro e Subiaco non ci sono tecnici di laboratorio, sostituiti da “macchinette che fanno le analisi” oltre la mancanza di un direttore sanitario di tutta la Asl.

Non va meglio a Latina, dove mancano internisti nei nosocomi del capoluogo, di Fondi e Terracina e di anestesisti negli ospedali di Formia, Fondi e Terracina. Ma i problemi che affliggono le Asl delle province non risparmiano le grandi aziende ospedaliere di Roma in grave carenza di personale. “Nell’Asl Roma 2 il concorso per infermieri è fermo come quello degli Oss a Tor Vergata”, ha commenta il segretario Roma-Lazio Cgil Fp, Massimiliano De Luca. E con l’arrivo dell’estate le cose sono destinate a peggiorare.

By infosannio on 24 giugno 2023

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