Condannato a 4 anni di reclusione, di cui tre condonati per l’indulto, l’ex assessore alla sanità della Regione Lazio nella giunta Storace, Marco Verzaschi. Lo ha deciso oggi la quarta sezione penale del Tribunale di Roma che ha contestato non più il reato di concussione ma induzione indebita a dare o promettere utilità, nell’ambito del procedimenti nati dallo scandalo sulla sanità del Lazio.
Verzaschi, interdetto per 5 anni dai pubblici uffici, per questa vicenda si dimise da sottosegretario alla Difesa del governo presieduto da Romano Prodi. Finì ai domiciliari perché accusato di avere intascato 200mila euro dall’imprenditore Renato Mongillo, titolare della Security Service (parte civile). Quest’ultimo avrebbe versato a Verzaschi il denaro nella primavera del 2004 per accelerare la procedura di aggiudicazione di un appalto per la messa in sicurezza dell’ospedale San Giovanni, nonostante la società si fosse già aggiudicata l’appalto.
Nei confronti di Verzaschi la procura aveva sollecitato una condanna a 8 anni di reclusione. Il tribunale ha dichiarato prescritto, invece, l’episodio di corruzione contestato a Verzaschi per somme di denaro (circa 200mila euro) che Anna Iannuzzi, nota come ‘Lady Asl’ gli avrebbe consegnato per l’autorizzazione all’apertura della casa di cura privata Centro Romano San Michele. In merito alla sentenza l’avvocato Fabrizio Lemme, difensore dell’ex assessore, ha annunciato ricorso in appello.