La medicina difensiva che produce prestazioni inappropriate e vertenze pesa sui conti del Lazio per circa un miliardo e 300 milioni, mentre a livello nazionale costa, secondo le stime più aggiornate, 13 miliardi quasi un punto di Pil. La denuncia è emersa oggi nel corso dell’incontro che il presidente Nicola Zingaretti ha avuto con una folta rappresentanza dei primari chirurghi del Lazio. La prima da dieci anni a questa parte ed organizzata con la collaborazione della Societa italiana chirurgia. “E’ un emergenza che deve entrare nell’agenda politica nazionale e che deve essere affrontata subito – ha detto il presidente Nicola Zingaretti – perché mina certezze e serenità dei medici italiani in particolare di quelli che ogni giorno lavorano nelle sale operatorie degli ospedali”. Dagli interventi dei primari la drammaticità della situazione è emersa con grande chiarezza. I brokers assicurativi aumentano sempre più i costi delle polizze sia di quelle individuali che di quelle aziendali, quest’ultime in particolare hanno raggiunto nel Lazio picchi insostenibili che vanno dai 3 ai 5 milioni di euro l’anno, mentre una polizza individuale viaggia su una cifra equivalente a tre mesi di stipendio. Il risultato è che oggi nel Lazio 8 aziende si difendono in autotutela, cioè rispondono direttamente dei costi delle vertenze, altre 8 hanno polizze assicurative con franchigie elevate, altre 4 con franchigie basse. “Un sistema confuso che costa caro in termini economici e pesa come una macigno e sempre di più sull’efficienza del sistema – ha concluso il presidente Nicola Zingaretti – in queste condizioni mi rendo conto che è difficile lavorare e mi rendo anche conto del perché molti dei giovani chirurghi che noi formiamo vanno poi a lavorare all’estero. Il tema va posto all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana. Noi ci incarichiamo di fare la nostra parte coinvolgendo su questo problema le altre regioni e formulando una proposta operativa capace di riportare il fenomeno sotto controllo e tranquillità nel lavoro dei chirurghi del Lazio e di tutto il paese”.