“Quanto sta emergendo nella gestione degli accorpamenti dei laboratori d’analisi privati accreditati, così come previsto dalle Linee Guida del Ministero della Salute, è preoccupante e rischia di andare in controtendenza rispetto agli obiettivi di una sanità vicina al cittadino e al territorio. Allo stesso tempo emergono preoccupanti notizie in merito alla riorganizzazione della rete da parte della Regione Lazio poiché sembrerebbe si stia configurando un progetto che tende ad escludere la figura del biologo del laboratorio ridotto a mero centro di prelievo. Al di là del pressapochismo che la Regione Lazio sta dimostrando nell’applicazione delle Linee, occorre rivedere le stesse e, in merito a questo, voglio lanciare un appello al ministro Lorenzin”, così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Salute, commentando le proteste che stanno caratterizzando il settore dei laboratori d’analisi privati sulle stringenti linee ministeriali che prevedono l’accorpamento degli stessi. “Il progetto di riorganizzazione della rete dei laboratori di analisi, che prevede tagli drastici alle strutture che effettuano meno di 200 mila esami l’anno secondo le Linee guida ministeriali, metterebbe a rischio centinaia di posti di lavoro, senza comunque riuscire negli obiettivi qualitativi e di efficienza che il Ministero si pone di raggiungere. Ma ciò che più preoccupa sono gli effetti legati alla concretizzazione del progetto, che peraltro non arrecherà alcun vantaggio economico alla Regione Lazio perché si rimborseranno comunque le stesse analisi alle stesse tariffe, che si avrebbero anche sui cittadini e sulle fasce più deboli della popolazione, considerato che si rischierebbe di avere dei meccanici centri di analisi senza un’adeguata consulenza che i laboratori da anni garantiscono sul territorio e in favore dell’utenza”, conclude Santori.