Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta ai microfoni di RTL 102.5 questa mattina durante “Non Stop News” con Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi.
Lei come intende aggredire il problema dei costi? Ce la si può fare? Perché la Campania, la Calabria hanno vissuto quello che ben sappiamo e hanno i malati che poi emigrano con i costi che fanno saltare tutto.
La Campania, la Calabria, il Lazio e tante altre regioni del centro-sud Italia hanno avuto quello che hanno avuto, nonostante abbiano avuto a disposizione negli anni veramente delle quantità di denaro molto ingenti, a causa di una cattiva gestione dei beni pubblici e di gestione della spesa.
A questo proposito cosa pensate di fare?
Innanzitutto quello che è già stato fatto e si deve continuare a fare. Come sapete metà Italia è commissariata, sia dal punto di vista finanziario, che dal punto di vista dei livelli essenziali di assistenza. Dopodiché abbiamo approvato a luglio e reso attuativo a dicembre i “costi standard”, c’è la mia firma sopra, già operativi e a regime in tutto il paese. I “costi standard” permetteranno, nei prossimi anni, mano a mano che li vedremo realizzarsi, di avere un criterio di efficienza e quantitativo per tutta Italia omogeneo e razionalizzato. Nello stesso momento nel “Patto della salute” abbiamo già approvato delle misure che mirano alla razionalizzazione delle misure, a un controllo più forte all’interno delle singole aziende e anche a un cambio di marcia dal punto di vista degli obiettivi dell’area manager. Ora abbiamo un nuovo Ministro dell’Economia, quindi dovrò ricominciare una trattativa, perché gli attori sono tre: le Regioni, il Ministro della Salute e il Ministro dell’Economia. Anche perché il fondo sanitario in questi anni ha avuto 25 miliardi di euro di tagli e sicuramente le Regioni in piano di rientro sono quelle che hanno sofferto di più di queste situazioni, di sicuro i cittadini non sono colpevoli della cattiva gestione fatta della spesa sanitaria e in alcune regioni oggi la realtà è davvero difficile. La mia proposta è stata quindi: basta ai tagli con la sanità, teniamo il budget fermo per tre anni e quantifichiamo una serie di risparmi da reinvestire nel sistema sanitario stesso, quindi nei livelli essenziali di assistenza, nelle tipologie di cure, nel personale, nelle infrastrutture tecnologiche, in quello che serve, soprattutto nelle regioni del sud.
Lei cosa si sente di dire? Da qua a tot anni avremo meno ospedali?
Assolutamente sì, devono esserci meno ospedali ma maggiori ospedali sicuri e in grado veramente di prendersi in carico il paziente in situazioni di rischio e difficoltà. Dobbiamo avere un ospedale che quando entri sai che puoi essere curato da qualsiasi tipo di patologia e avere il meglio che è possibile reperire sul mercato sanitario.