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Sanità, nel Lazio in un anno +8% interventi per frattura femore entro 48 ore

scritto da Redazione
Sanità, nel Lazio in un anno +8% interventi per frattura femore entro 48 ore

Nel 2014 la proporzione di interventi per fratture del collo del femore eseguite entro due giorni dall’accesso nella struttura di ricovero è aumentata, passando dal 41% del 2013 al 49% (nel 2012 era del 31%). È quanto emerge dai dati dell’edizione 2015 del Programma Regionale di Valutazione degli Esiti (relativi all’anno 2014), presentati oggi in Regione dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, insieme al subcommissario alla Sanità del Lazio, Giovanni Bissoni, al coordinatore della cabina di regia del Ssr Alessio D’Amato, alla direttrice della programmazione sanitaria Flori Degrassi e alla direttrice del reparto di Epidemiologia del Ssr Marina Davoli. Si conferma inoltre un differenziale di accesso all’intervento tempestivo per frattura di femore per le persone con alto livello di istruzione (61%) rispetto alle persone con basso livello di istruzione (43%). Nel Lazio ci sono circa 10.000 fratture di femore ogni anno, 1.000 persone in più rispetto all’anno precedente: per questi pazienti l’intervento è avvenuto nei tempi raccomandati dalle prove scientifiche, con ricadute significative per quello che riguarda il recupero funzionale, la durata del dolore e il rischio di complicazioni.
Per chi non si opera entro 48 ore dalla frattura, infatti, il rischio di decesso a un anno di distanza dalla frattura è del 5%. A fronte di un miglioramento medio, però, “esiste ancora una notevole eterogeneità tra le strutture di ricovero“, ha precisato Davoli, con numerosi ospedali ( Osp. S. Eugenio, Osp. CTO Alesini, A.O. S. Camillo, Osp. S. Maria Goretti, Pol. U. A. Gemelli, Osp. Di Belcolle, C.C.A. I.C.O.T.), che, pur con alti volumi di attività, hanno valori superiori al 70% (valore di riferimento utilizzato dal regolamento del Ministero della Salute sugli standard delle cure
ospedaliere). Permangono altre strutture, in particolare quelle ubicate nelle ASL di Frosinone e RMG, che eseguono tempestivamente meno del 10% degli interventi. Questo comporta “un differenziale per popolazione residente che vede i residenti della ASL Roma C, Viterbo, Roma D e Roma E a valori confrontabili a quelli di regioni come l’Emilia Romagna, la Toscana e il Veneto (60%) e ASL come quelle di Frosinone, Roma G e Rieti a valori inferiori al 25%”.

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