“L’innovazione introdotta dalla giunta Zingaretti, che consentira’ l’aborto farmacologico nei consultori familiari, puo’ costituire un importante passo in avanti nella tutela dei diritti delle donne, in una regione in cui il ricorso alla legge 194 viene ormai scientificamente sabotato da una strategia basata sull’adozione indiscriminata dell’obiezione di coscienza, che nel Lazio ha ormai superato la soglia critica dell’80%, sull’obbligo di ricovero utilizzato come strumento persuasione e sulla sistematica colpevolizzazione delle donne, che risponde al solo scopo di condizionare in modo indebito le loro scelte. Dopo il bando per l’assunzione di due medici non obiettori all’ospedale San Camillo di Roma, la regione Lazio assume un altro provvedimento volto a garantire l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Auspichiamo quindi che la sperimentazione prosegua ben oltre i 18 mesi, e che venga adottata anche da altre regioni italiane, in modo particolare da quelle in cui l’obiezione di coscienza si avvicina pericolosamente al 100%”. Cosi’ in un comunicato Antonella Soldo, presidente di Radicali italiani e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma.