“Sui Punti di primo intervento della provincia di Latina è arrivato il momento di fare chiarezza. Sono mesi che sentiamo il presidente Zingaretti dire che si salveranno, che non chiuderanno e che, come nel caso di Minturno, saranno potenziati. Ma siamo fermi alle parole. Tanto è che l’unico atto esistente che riguarda i Punti di primo intervento della provincia di Latina e del Lazio è il decreto di luglio 2017 nel quale in modo esplicito si afferma che entro il 31 dicembre 2018 i PPI, tra i quali ovviamente i sette della nostra provincia (Sezze, Cisterna, Cori, Priverno, Sabaudia, Gaeta e Minturno) saranno trasformati in postazioni del “118” medicalizzata. Attualmente i Punti di primo intervento vengono utilizzati come ambulatori h24 in cui è possibile effettuare analisi di base (tramite il POCT), elettrocardiogramma, suture e terapia infusionale. Prestazioni che non si sa, stando sempre a quanto contenuto nel decreto, che fine faranno, a chi saranno assegnate, se semplicemente e come nelle peggiori delle ipotesi, saranno effettuate presso i già oberati Pronto soccorso della nostra provincia. Procedere sull’onda dell’incertezza acuita nel disorientamento che dichiarazioni, come quelle di Zingaretti e Casati, creano per cittadini ed operatori, non è più possibile. Per queste ragioni, fermo restando che siamo da sempre contrari alla chiusura dei punti di primo intervento, ho inviato una nota al presidente della regione Lazio Zingaretti e per conoscenza al direttore generale della Asl di Latina, Casati, chiedendogli, proprio a fronte delle sue dichiarazioni, di essere consequenziale e di mettere nero su bianco quanto affermato sul Punto di primo intervento di Minturno modificando il DCA di luglio 2017 e procedendo con un atto amministrativo non interpretabile a definire il futuro di ogni singolo Punto di primo intervento della provincia di Latina e del Lazio spiegando se intende chiuderli, potenziarli o trasformarli e con quali tempistiche. Il tutto nel rispetto delle esigenze dei cittadini e delle legittime aspettative degli operatori che senza decisioni concrete sono condannati al limbo dell’incertezza. Oggi, infatti, i Punti di primo intervento, come dimostrano anche il numero di accessi, 21.000 a Minturno, 13.000 a Cisterna di Latina, 10.000 a Sabaudia e Gaeta, 9.600 alla Casa della Salute di Sezze, 6.000 a Cori e 5.200 a Priverno, se potenziati potrebbero contribuire in modo consistente a drenare ulteriormente i codici verdi e bianchi che sono tra le cause principali del sovraffollamento dei Pronto soccorso. Inoltre, la loro cancellazione, senza che esista una reale e consolidata rete territoriale di assistenza, non farebbe altro che impoverire la già fragile offerta sanitaria sul nostro territorio. Ci auguriamo che Zingaretti, memore delle dichiarazioni che lui stesso ha più volte rilasciato affermando che i Punti di primo intervento come quello di Minturno, non sarebbero stati chiusi, abbia coraggio e prenda carta e penna per mettere nero su bianco quanto al momento è solo annuncio buono per una campagna elettorale”.
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone