“Sanità, la Rete pontina per l’infarto miocardico acuto è tra le eccellenze che il direttore generale della Asl Caporossi ha deciso di cancellare. In provincia di Latina abbiamo qualcosa che funziona ma lo cancelliamo in modo insensato e incomprensibile. In Italia questo servizio è attivo solo in 20 province. Il progetto, nato da un protocollo di intesa firmato dalla Provincia di Latina, che stanziò circa 350mila euro, dall’Ares 118 e dalla Asl, dispone di 33 sistemi di telemedicina e teleconsulto attraverso la telefonia mobile. Di questi 23 sono installati in postazioni mobili (ambulanze e auto mediche) e 10 in postazioni fisse che consentono di trasmettere l’elettrocardiogramma sulla stazione ricevente situata nella unità coronarica del Santa Maria Goretti di Latina. La rete garantisce di effettuare diagnosi precocissime e, in caso di conferma dell’infarto, di portare il paziente direttamente in sala operatoria senza passare per il Pronto soccorso. L’infarto è malattia che dipende dal tempo e solo se si interviene entro i 90 minuti si salva la vita del paziente, si riducono i tempi di ricovero e non si compromette l’aspettativa di vita. La rete pontina per l’infarto miocardico è riuscita proprio in questa missione offrendo ai cittadini un servizio efficiente e all’avanguardia. Basti pensare che nel 2012, primo anno di attività della rete, sono stati trattati con angioplastica primaria presso il Santa Maria Goretti di Latina 282 pazienti. E i numeri continuano a crescere. Nel 2013 ne sono stati trattati 361, con un incremento del 200% rispetto al 2011. Si pensi che sempre nel 2013 al San Camillo di Roma, in tutto, ne sono stati trattati 201, al Gemelli solo 164. Risultati che hanno collocato Latina al primo posto indiscusso nel Lazio, dove il numero dei casi trattati è 2482, e tra i primi 5 centri in Italia su ben 250 laboratori di emodinamica. Un modello che la Regione vuole esportare nel resto del Lazio come si evidenzia nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera presentato da Zingaretti. Eppure, nonostante tutto questo, il direttore generale della Asl di Latina ha deciso di smantellare l’intero reparto di cardiologia ed emergenza sia nel Dea di II che in quello di I livello e, con un colpo di spugna, di eliminare la rete per l’infarto. Il risultato sono le ripercussioni negative sulla gestione dei posti letto della rete dell’infarto miocardico acuto. Quello che emerge è che, ancora una volta, manca la capacità e la volontà di tutelare, investire e migliorare l’eccellenza che la sanità sul nostro territorio riesce ad offrire. E’ la cancellazione di servizi che, data anche la complessità geografica e della viabilità nella nostra provincia, sono indispensabili. Comprendiamo la necessità di riorganizzare ma contestiamo e rigettiamo con forza le scelte effettuate per raggiungere questo obiettivo. Per non inficiare i risultati raggiunti dalla rete per l’infarto in questi anni basterebbe mantenere le cose come stanno lasciando cardiologia insieme all’emodinamica in modo da garantire una gestione unitaria ed efficace di tutto il servizio come accaduto sinora. Si tratta di decisioni fondamentali che oggi, e senza una rettifica dell’atto aziendale della Asl, incidono negativamente non solo sui servizi ma soprattutto nel rispetto di quel principio fondamentale per una sanità efficiente e di qualità che risiede nel salvare la vita dei cittadini e non nel metterla a rischio per questioni meramente burocratiche ed organizzative”.