“Il piano della Asl di Latina riguardante la riorganizzazione degli ospedali per il periodo estivo è inquietante. Dal 16 giugno al 15 settembre diminuiranno, qualitativamente e quantitativamente, i servizi erogati, i posti letto e all’accorpamento dei reparti. Solo per fare un esempio, i posti letto in rianimazione saranno ridotti da 16 a 10, da 34 a 22 quelli di chirurgia, da 21 a 12 in pediatria e da 21 a 16 in malattie infettive. Una decisione che arriva nel pieno della stagione estiva che porterà la popolazione sul nostro territorio a circa 1 milione di persone. I punti di primo soccorso resteranno chiusi la notte eliminando anche l’assistenza minima sul territorio. Zingaretti sta ignorando la situazione in cui versano le province. Basti pensare che su un totale di 91 assunzioni solo 7 professionalità sono state assegnate alla Asl della provincia di Latina per tre presidi ospedalieri. Presenterò una interrogazione urgente perché su questa decisione sia fatta chiarezza. Il presidente spieghi in consiglio le ragioni per cui a fronte di un piano di rientro rigido e dei tagli effettuati, il deficit sanitario sia aumentato. Illustri lo stato di attuazione della rinegoziazione del debito sanitario, cosi come approvato dal consiglio regionale, e se ci sia stato un effettivo risparmio dall’attuazione delle azioni di contenimento della spesa sanitaria. Vogliamo sapere se la riorganizzazione prevista sia stata concertata. Capiamo che ci siano delle difficoltà legate al piano rientro, che le risorse siano poche, ma non accettiamo che le il risultato delle azioni messe in atto peggiorino la già gravosa situazione. Gli errori compiuti in questi mesi dal commissario Zingaretti hanno contribuito al disastro sanitario di oggi. Lo stesso piano della rete ospedaliera, non ancora definito, non può essere calato dall’alto senza alcuna consultazione con i territori e con chi li rappresenta. In nome del deficit sanitario nella provincia di Latina sono state chiuse le strutture di prossimità, operati tagli che stanno riducendo al lumicino l’operatività di tutti i reparti dei già oberati presidi rimasti attivi. L’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, per il presidio nord, l’ospedale Dono Svizzero di Formia, per il presidio sud e gli ospedali di Terracina e Fondi per il presidio centro, sono allo stremo. Non siamo “gufacci”, siamo concreti e realistici, vogliamo risolvere le criticità, non esultare per l’ordinaria amministrazione. Zingaretti rischia di essere come Nerone che sorrideva mentre Roma bruciava esaltato dal calore dalle fiamme senza rendersi conto che dopo il clamore non restano che macerie”.
Giuseppe Simeone