“Puri criteri ragionieristici non possono sostituirsi alla garanzia di assistenza e di cura per i pazienti nelle strutture sanitarie del Lazio. E non possono essere esenti da questo principio le Strutture residenziali socio-riabilitative per pazienti psichiatrici. Strutture su cui grava, tra una proroga e l’altra dei termini di entrata in vigore, il decreto del commissario ad acta Zingaretti, del 2015 con cui la Regione Lazio ha rimodulato le quote di compartecipazione del cittadino alla spesa per i programmi riabilitativi nelle strutture socioriabilitative. Il decreto Zingaretti, nello specifico, prevede che la quota di pertinenza dell’utente per la compartecipazione alla spesa passi dal 40% al 60% e dovrebbe entrare in vigore a partire dal primo agosto di quest’anno. L’attuazione di tale decisione graverà sulla situazione già estremamente complessa degli utenti più fragili ed economicamente svantaggiati e dei loro familiari, qualora esistenti. Comporterà, in breve tempo, alla scomparsa delle Strutture residenziali socio-riabilitative di piccole dimensioni, con una decina di posti letto, nelle quali il paziente viene gestito in maniera più diretta e partecipata, che non avranno la forza, sul piano finanziario, di sopravvivere a questa situazione. Basti pensare che una Struttura residenziale socio-riabilitativa da 10 posti letto opera con costi medi minimi di circa 25.000 euro mensili e ne incassa circa 12.000 dalla Regione Lazio in attesa che vengano saldate, in tempi indefinibili, le fatture relative all’onere della compartecipazione a carico degli enti locali in base alle risultanze Isee del singolo paziente. Considerato che, tra l’altro, ad oggi risulta che la Regione non ha ancora erogato il contributo 2017 ai Comuni, la morte di tali strutture sarebbe certa privando i pazienti di un luogo di cura adeguato e dei servizi di cui necessitano. Per queste ragioni, raccogliendo il grido di allarme proveniente dai familiari dei pazienti e dalle associazioni, ho inviato una nota al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, e all’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, chiedendogli di differire ulteriormente la data del 1 agosto 2018 e, contestualmente, di fare il possibile per allargare al massimo le condizioni per l’esenzione. L’obiettivo è scongiurare il rischio che ulteriori oneri siano posti a carico degli utenti, e delle loro famiglie, coinvolgendo in tale percorso la Commissione che ho l’onore di presiedere per consentirle di interessarsi al problema ed offrire eventuali suggerimenti per risolverlo. La proroga consentirebbe, nell’interesse esclusivo dei cittadini più svantaggiati e deboli, di lavorare affinchè la Regione Lazio riveda la percentuale di compartecipazione alla spesa prevista dal decreto del 2015, apportando i necessari correttivi ai parametri di natura reddituale e patrimoniale che concorrono alla determinazione della capacità contributiva dell’individuo e del nucleo familiare di appartenenza, considerato quanto l’Isee può incidere sulla capacità di accesso alle prestazioni pubbliche in via agevolata da parte dei singoli individui. Mi auguro che Zingaretti e D’Amato accolgano positivamente tale richiesta per garantire ai pazienti psichiatrici e alle loro famiglie quel supporto, assistenziale e professionale, che solo le Strutture residenziali socio-riabilitative possono garantirgli”.
Lo dichiara in una nota il presidente della commissione regionale sanità del Lazio, Giuseppe Simeone