“In questi mesi ho ricevuto diverse segnalazioni rispetto all’effettiva e piena funzionalità dei Consultori presenti nei Comuni di Gaeta e Minturno in provincia di Latina. Nello specifico, sono stato messo al corrente delle difficoltà incontrate da alcune donne che si erano, legittimamente, rivolte al Consultorio per effettuare un’interruzione volontaria di gravidanza. Facendo seguito alle sollecitazioni da parte dei cittadini l’11 maggio 2022 ho inviato una richiesta di verifica e chiarimenti al direttore generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli, al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, all’assessore alla sanità regionale, D’Amato e al direttore della direzione salute ed integrazione socio sanitaria, Annicchiarico. Il 18 maggio 2022 il direttore Annicchiarico mi ha comunicato di aver inoltrato, facendo seguito alla mia nota, al direttore generale della Asl di Latina una relazione in merito a quanto evidenziato nella mia richiesta. Ad oggi non risulta essere pervenuta alcuna risposta, come spesso accade, in merito alle criticità evidenziate da parte della Asl di Latina. Per questa ragione ho depositato una interrogazione urgente a risposta immediata nella quale chiedo al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato se sia stata verificata e con quali risultanze la piena funzionalità e l’erogazione dei servizi dei Consultori operativi nei comuni di Gaeta e Minturno e nella Asl di Latina nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia. Siamo di fronte ad una situazione, che se accertata e confermata, metterebbe in evidenza un disservizio gravissimo che pesa su donne in uno stato di fragilità legato alla scelta che si intende mettere in atto. Le donne, la cui identità si omette nel rispetto della privacy, non avrebbero ricevuto il certificato necessario a procedere e non sarebbero state sottoposte, nonostante la presenza di un ecografo presso la struttura, ad ecografia necessaria a valutare il quadro diagnostico e le possibili, eventuali, prospettive rispetto alla domanda formulata. Sarebbero state costrette a rivolgersi, nonostante la precarietà delle condizioni economiche e stando l’esigenza di effettuare la procedura nei tempi previsti per legge, non compatibili con le lunghissime liste di attesa nelle strutture pubbliche, al privato per effettuare l’esame diagnostico. Inoltre, la mancata effettuazione degli esami ha evidentemente impedito al medico del Consultorio di valutare, come previsto, le condizioni che permettono l’interruzione nei tempi consentiti, omettendo di eseguire una visita e/o ecografia di controllo, valutare il test di gravidanza, nonché di proporre altre possibili soluzioni all’aborto e di rilasciare il certificato che permette di accedere all’ospedale per prenotare l’intervento. Dal primo accesso al Consultorio, di fronte al diniego rispetto alle esigenze formulate, stando quanto appreso e dettagliatamente descritto, sarebbe iniziato un vero e proprio viaggio della speranza in cerca delle risposte necessarie a procedere tanto da essere state costrette a rivolgersi a strutture sanitarie della regione Campania per portare a termine l’interruzione di gravidanza. Se quanto affermato corrispondesse al vero ci troveremmo di fronte ad uno svilimento del ruolo stesso che i Consultori devono avere e per cui sono stati creati che sta nel rispetto dei contenuti della Legge 194/78 che garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio nonché nella garanzia di un percorso innestato sull’umanizzazione del rapporto tra la donna e il personale sanitario e alla trasparenza in tutte le fasi del percorso assistenziale. Confidiamo che almeno in aula qualcuno si degni di darci una risposta nell’interesse dei cittadini che non meritano di essere ignorati”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone.
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