“Una sanità paralizzata quella della Regione Lazio. Non bastavano gli ospedali in piena emergenza con posti letto insufficienti, liste d’attesa infinite, personale medico e sanitario stremato dai turni massacranti, pazienti stipati in corridoi in attesa per giorni di essere spostati nei reparti di destinazione per le cure, intere Unità Operative chiuse senza un’alternativa valida. Ad aggiungere carne al fuoco il debito di oltre 7 milioni di euro di Ares 118 e altri debiti della Asl Roma D verso la Croce Rossa Italiana che mette a serio rischio il servizio di soccorso delle ambulanze ai cittadini“. Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e membro della Commissione Salute, Fabrizio Santori, “in merito alla manifestazione sotto la sede della Regione indetta dalle sigle sindacali infermieri Nursind e Uiiflp per il 17 luglio“.
“E’ gravissimo – aggiunge – che non ci siano neanche i soldi per pagare lo stipendio ai dipendenti dal mese di aprile e che l’approvvigionamento di farmaci e carburante venga così negato. Nonostante le preoccupazioni dei lavoratori per il futuro delle proprie famiglie e il serio disagio di fronte alla possibilità del blocco dei mezzi di soccorso, gli operatori hanno continuato a garantire il servizio di emergenza dimostrandosi attenti alle esigenze dei cittadini sul territorio. Non sembra esserci la stessa responsabilità da parte dell’amministrazione Zingaretti per cui l’unica preoccupazione è far credere con dichiarazioni evasive che sia tutto apposto e che presto verrà messa la toppa. La Cri ha intanto scritto al Prefetto di Roma per denunciare quanto sta accadendo e auspichiamo che il presidente Zingaretti la smetta di tergiversare su ciò che concerne la sanità laziale e si decida a intervenire prima che la situazione degeneri a danno di lavoratori senza stipendio e dei cittadini privati di un servizio essenziale. Per tali motivi presenteremo un’interrogazione urgente perché sono settimane che sollecitiamo gli uffici competenti“.