“Pronto soccorso della provincia di Latina e del Lazio nel caos totale. Pazienti costretti su barelle o letti di fortuna per giorni in attesa di un posto letto spesso in reparti che nulla hanno a che fare con le patologie diagnosticate. Familiari che portano le coperte da casa. Medici, infermieri e tecnici che stanno facendo miracoli rinunciando a ferie e riposi pur di garantire assistenza. E il presidente della Regione Zingaretti che fa? Non un cenno. Non una sola parola di fronte a questa situazione che non è vergognosa è indecorosa. Perché priva i cittadini di dignità, sicurezza e assistenza in quel luogo, il pronto soccorso, che dovrebbe essere il primo punto di accesso per una diagnosi ed una cura, ed è diventato un capitolo del libro “io speriamo che me la cavo”. E quello che è pazzesco è che dal 2013 ad oggi la situazione è costantemente peggiorata. I picchi di influenza arrivano ogni anno nei mesi a cavallo tra dicembre e febbraio. E ogni anno la situazione dei pronto soccorso del territorio pontino e del Lazio è al collasso. Ma nulla è stato fatto per risolverla o, quanto meno, contenerla. Se Zingaretti non vuole leggere i giornali almeno legga i dati che il portale della Regione Lazio riporta sugli accessi ai Pronto soccorso. Solo questa mattina, rilevazione delle 12:10, il Pronto soccorso del Santa Maria Goretti di Latina era il secondo ospedale del Lazio, dopo il Policlinico Umberto I con 139 pazienti, c’erano 108 persone di cui 30 in attesa, 37 in trattamento, 32 in attesa di un posto letto o di trasferimento e 9 in osservazione breve o intensiva. Di questi 4 i codici rossi. E nei giorni scorsi il quadro era ancor più allarmante. Viene da domandarsi se Zingaretti quando va a tagliare qualche nastro nelle strutture ospedaliere del Lazio non passi dai locali caldaie per non vedere cosa accade nei nostri nosocomi. Vogliamo sapere da Zingaretti perchè il Goretti di Latina non è ancora Dea di II livello con l’adeguamento strutturale e di personale che ne consegue. Perché gli altri ospedali dal Dono Svizzero di Formia, passando per il Fiorini di Terracina e il San Giovanni di Dio di Fondi, hanno visto solo tante promesse e non una sola unità medica. Perché non esiste giustificazione, alibi, o ipotesi comprensibile a sostegno del suo manifesto disinteresse. Nella provincia di Latina, da giorni si sommano gli appelli ad intervenire. La Asl ha chiesto di recarsi in ospedale solo per massime urgenze spiegando che esistono anche i medici di base, le strutture ambulatoriali sul territorio dedicate ai codici bianchi. Ma il risultato non cambia. Questo significa che l’assistenza territoriale è insufficiente, non capillare e poco conosciuta laddove esiste. Che le tanto celebrate Case della salute sono state un flop visto che nessuno sembra neanche prenderle in considerazione. E che gli ospedali restano l’unico riferimento per i cittadini. Oggi a controllare la situazione sono i giornalisti. Sarebbe il caso che l’azione di controllo la svolgesse il presidente e commissario ad acta della sanità del Lazio Zingaretti. E’ lui a doversi recare nei pronto soccorso per comprendere il dramma dei pazienti e vedere che l’unica cosa che funziona davvero è lo spirito di sacrificio del personale medico ed infermieristico non certo le strategie sinora messe in atto dalla Regione. Lo abbiamo invitato decine e decine di volte a venire con noi a visitare gli ospedali della provincia di Latina. Rinnoviamo l’invito alla visita ma soprattutto ad intervenire. Perchè la sottrazione di interventi mirati da parte della Regione è diventata sottrazione di diritti e cure ai nostri cittadini”.
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone