“Un consiglio regionale monotematico sulla sanità ed in particolare sulla prevenzione e sulla manutenzione degli ospedali del Lazio che stanno letteralmente cadendo a pezzi. Questa è la richiesta urgente che ho avanzato in aula dopo che, come al solito, la risposta alla interrogazione che ho presentato sui rischi connessi per pazienti e personale per la diffusione del batterio ‘clostridium difficilè all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, è stata sommaria ed evasiva. Avevo chiesto, al presidente Zingaretti, di conoscere data la diffusione, e la recidiva, dell’infezione da clostridium difficile presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, ed in particolare presso il reparto di urologia, dove risultano non essere presenti neanche i presidi minimi a tutela di medici ed infermieri, quali misure immediate intendeva assumere, a tutela dei pazienti e del personale, per assicurarsi che siano attuate tutte le misure previste per la prevenzione ed il trattamento del clostridium difficile evitando che la diffusione del batterio killer si trasformi in epidemia“. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone.
“Per voce dell’assessore Buschini ci hanno detto quello che già sapevamo. Che esistono comitati, controllori, piani di azione, responsabili e chi ne ha più ne metta. Ma, come al solito, si sono guardati bene dall’entrare nel merito di una situazione che continuano a far finta di non conoscere. Zingaretti e la sua giunta si nascondono dietro l’ovvio, dietro a atti formali che in sanità è obbligo avere evitando accuratamente di dare risposte sul fatto che gli stessi non sono applicabili perché mancano gli strumenti attuativi e la diffusione delle infezioni lo dimostra oltre qualsiasi dubbio. La politica sanitaria di Zingaretti – continua Simeone – si muove su omissioni e travisamenti, non ultimo quello contenuto nella risposta fornita dall’assessore, sul fatto che l’accorpamento al Goretti di Latina dei reparti di urologia e chirurgia non sia stata imposta dalla carenza di infermieri causando una promiscuità che non fa bene ai pazienti. Nel Lazio, e non lo diciamo noi ma i dati rilevati e diffusi dal rapporto Osservasalute 2016, i parametri previsti dal ministero sui Lea, livelli essenziali di assistenza, non sono rispettati. Siamo la Cenerentola del paese per la prevenzione con una spesa farmaceutica pro capite, pari a 1188 euro, più alta rispetto alla media nazionale, pari a 1039euro pro capite, a testimonianza del fatto che si spende più per curarsi che per prevenire“.
“A questo quadro desolante si aggiunge la beffa che i nostri ospedali, a partire da quelli della provincia di Latina, stanno cadendo a pezzi mettendo a rischio la vita del personale dei cittadini che in queste strutture dovrebbero trovare cure e assistenza e non un salto ad ostacoli tra muri che si staccano, infiltrazioni di acqua, muffa sulle pareti e chi ne ha più ne metta. In attesa che il consiglio monotematico sulla sanità sia convocato – conclude Simeone –, e sperando nella presenza del presidente Zingaretti in quella occasione, continueremo a chiedere ragione di questi costanti disservizi, di queste inadempienze che si stanno pagando in termini di sicurezza, tutela della salute e del personale impiegato nei nostri ospedali diventati come il vaso di Pandora nonostante i sacrifici di medici ed infermieri“.