Il comma 566 della legge di stabilità 2015, che amplia le competenze delle professioni sanitarie “non si tocca: si applichi la norma“. E’ la presa di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e di Conaps (Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie), Federazione dei tecnici di radiologia, Federazione delle ostetriche e Federazione degli infermieri, che in un comunicato unitario si oppongono a passi indietro sull’implementazione delle competenze.
“Le professioni sanitarie e il Servizio sanitario nazionale – sottolineano associazioni e sindacati – non hanno bisogno di altre leggi, ma dei nuovi assetti organizzativi che la norma sull’implementazione delle competenze consentirà, con vantaggi sia sotto il profilo dello sviluppo professionale, di cui certamente beneficeranno tutte le professioni mediche e sanitarie, sia sotto quello delle prestazioni che, nonostante il graduale ridimensionamento delle risorse, potranno continuare ad essere erogate grazie a nuovi mix produttivi. Sarà infatti possibile estendere all’intero territorio nazionale importanti sperimentazioni gestionali avvenute attraverso l’applicazione di modelli di appropriatezza ed eccellenza organizzativa“. “Basta con l’ingegneria normativa – concludono – ora tocca a quella organizzativa e di valorizzazione dei professionisti medici e sanitari per offrire risposte appropriate e qualificate ai cittadini nelle diverse fasi del bisogno di salute, ora tocca al ministro della Salute e alle Regioni passare dalle norme scritte alla loro applicazione“.