SA “I medici, i veterinari, i dirigenti sanitari
dipendenti del SSN denunciano le scelte che Governo e Regioni hanno adottato
nei loro confronti attraverso la legge di bilancio 2017, come approvata dalla
Camera dei Deputati. Contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente del
Consiglio, il topolino di incremento retributivo, pari al costo di 2 caffè
al giorno, che nascerà dalla montagna del fondo per il pubblico impiego non
può essere considerato il finanziamento del Ccnl dei dirigenti medici e
sanitari dipendenti del SSN. Tanto più se il Governo non ferma lo scippo
delle loro risorse contrattuali, ad opera di Regioni ed Aziende, che possono
continuare a fare cassa con i loro soldi, minando il presente ed il futuro
della contrattazione aziendale. Se poi tale incremento è destinato, per
dirla con il Premier, a valorizzare il merito, vuol dire che il nostro, per
lui, tanto vale”. Così una nota di Anaao Assomed.
“Di fatto si proroga, solo per noi – aggiunge – un blocco retributivo in
vigore da 7 anni, ad onta della sentenza della Corte Costituzionale. Il
nostro lavoro, in quanto pubblico, continua ad essere vittima di un
pregiudizio, che si direbbe ideologico, se esistessero ancora le ideologie,
senza nulla rilevare la sua quantità, qualità e rilevanza sociale. Non
meritevole degli strumenti fiscali concessi al lavoro privato, a spese di
tutti i cittadini, se non in un’ottica graduale, incerta nei tempi e nelle
cifre. Invece che al cambiamento di verso sempre annunciato, assistiamo ad un
film già visto, ad una coazione a ripetere che, come un qualunque governo
precedente, regala al SSN una miscela fatta di sottofinanziamento, abuso di
contratti atipici e peggioramento delle condizioni di lavoro e retributive
dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari. Non abbastanza
appetibili per incassare un bonus, rimasti fuori dalla legge di bilancio per
una questione politica, perché la politica si fa con le scelte relative ai
conti pubblici. I medici, ‘quelli della notte’ e quelli delle fughe
all’estero o in pensione, e gli altri professionisti dipendenti del SSN
chiedono al Senato, insieme a riconoscimento di ruolo e dignità
professionale, modifiche legislative per un contratto nuovo da assumere a
strumento di garanzia della qualità dei servizi per I cittadini. In caso
contrario, risponderanno con i fatti, additando Governo e Regioni, che
litigano di giorno per accordarsi di notte, come responsabili dello
svuotamento del diritto alla salute. A cominciare dallo Sciopero Generale del
16 dicembre, per la dignità professionale, un contratto nuovo, la sanità
pubblica”.