Fa piacere che il Sen. Nicola Calandrini di FdI abbia “battuto un colpo” sulla vicenda del definanziamento PNRR perché il profilo silenzioso scelto dalla destra su questa vicenda non aiutava di certo i cittadini a comprenderne i tristi contorni.
Lasciatemi dire che sono onorato che un Senatore, Presidente della Commissione Bilancio del Senato, abbia ritenuto di dover rispondere “per le rime” ad un umile Segretario di partito di provincia come me. E mi dispiaccio per avergli sottratto del tempo prezioso distraendolo dal compito di dar seguito, ad un anno di distanza, alle promesse fatte in campagna elettorale dalla sua parte politica: riduzione accise sulla benzina, eliminazione commissioni sui pagamenti elettronici, taglio delle tasse attraverso l’introduzione della flat-tax, elaborazione efficaci politiche di contrasto agli sbarchi di migranti triplicati da quando sono al Governo.
Credo sia giunto il momento, per loro, di dare risposte anziché proseguire nella sterile ricerca di scuse o seriale costruzione di capri espiatori. Auguri.
Ma non voglio far polemica. L’obiettivo di questa mia nota è ringraziarlo sentitamente per l’inaspettato assist e per aver ammesso nel suo comunicato il definanziamento di alcune misure del PNRR, esattamente come avevamo annunciato noi e come riportato nel dossier Dossier presentato alle Camere il 31 luglio “LE PROPOSTE DEL GOVERNO PER LA REVISIONE DEL PNRR E IL CAPITOLO REPOWEREU”.
Più che un comunicato siamo al cospetto di una confessione vera e propria. Afferma il Senatore “E’ vero, sono state proposte delle modifiche al Piano e alcuni progetti sono stati esclusi dallo stesso ma questo non è frutto di un accanimento del Governo nei confronti dei Comuni…”. Continua scrivendo “Il quadro dettagliato delle risorse chiamate a sostituire quelle originarie del Piano sarà definito soltanto con l’intesa finale a Bruxelles sull’intera revisione del Recovery italiano”. E sostiene infine l’ipotesi di poter trovare coperture finanziarie alternative attraverso l’utilizzo di fondi strutturali.
Grazie dunque al Senatore per aver confermato e rafforzato le nostre tesi così platealmente. Troppa grazia. A questo punto sento di volerlo tranquillizzare sul fatto che siamo tutti pienamente consapevoli della complessità dei meccanismi di programmazione, rendicontazione, rimodulazione progetti in sede europea.
Non biasimo chi si trova nella sua posizione di responsabilità. Però conosciamo anche la semplicità di basilari operazioni matematiche come la sottrazione. Se si azzera un pezzo di PNRR e si vogliono realizzare comunque le opere da esso previste è allora necessario, come afferma lui stesso, l’impiego di altre risorse (come fondi propri statali, fondi strutturali o FSC). Soldi che erano destinati ad altro, altri investimenti, altri servizi per cittadini ed imprese. In ogni caso, dunque, una perdita, una rinuncia, una sconfitta. Verrebbe da dire, scomodando una nota frase proverbiale che tanto alla fine “paga Pantalone!”.
Al di là di tutto, ed oltre alcuni tratti amaramente ironici di questa mia nota, sono il primo a dire “al bando la propaganda” e a prediligere la ricerca di soluzioni nell’interesse dei cittadini. La mia proposta è semplice: ritirino il progetto di definanziamento che il Senatore ha ammesso nel suo comunicato e diano fiducia ai Comuni che stanno lavorando sodo per rispettare i tempi delle consegne. Li aiutino dimostrando di tenere più al territorio che alla difesa d’ufficio della famiglia politica. Ne avranno il coraggio?
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