“L’ora è giunta ed è il momento che il Senato si dia una mossa: con poche ore di discussione, su una norma di 3 o 4 righe, è possibile procedere all’eliminazione del reato di vilipendio al Capo dello Stato, o, meglio, a un suo ripensamento in ottica XXI secolo“. Lo scrive, sull’odierno editoriale pubblicato da Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. “In attesa dell’appello contro la sentenza di primo grado contro di me per vilipendio – scrive ancora Storace – si concluda questo iter di riforma, ampiamente condiviso dalle forze politiche, dal M5S al Pd al centrodestra, e si stabiliscano tutele reali e non regali per il Presidente della Repubblica. Il Quirinale va protetto dagli insulti, non dalla critica politica – aggiunge Storace – questo è il punto che la Commissione giustizia del Senato ha già risolto ma che l’Aula ancora deve calendarizzare. Se prendi a parolacce il Capo dello Stato, con la ipotesi di formulazione di riforma verso cui ci si sta lentissimamente muovendo, ti becchi non fino a 5 anni di galera, roba da Papa Re, ma un’ammenda fino a 20mila euro. Se contesti politicamente il Colle, no: è il diritto alla tutela della libertà di opinione. Tanto più che i casi di processo per vilipendio sono pochissimi visto che è il Ministro di Grazia e Giustizia ad autorizzare la magistratura a procedere. Più che democrazia – conclude Storace – oggi, sono veri e propri processi politici di lesa maestà“.