È giunto il tempo di guardare il mondo con occhi ambientali. E la funzione dei Parchi a livello europeo e regionale in particolare, stanno svolgendo appieno questo compito nei territori in cui operano.
La prova è costituita dalle centinaia di persone che stanno partecipando agli eventi promossi dall’Ente Regionale Parco Naturale Monti Ausoni e Lago di Fondi durante la settimana Europea dei Parchi, iniziata lo scorso 21 maggio fino a domenica 29 maggio 2022, ma anche a tutti quelli in programma in tutte le settimane dell’anno.
Il primo week end trascorso ha soddisfatto appieno le aspettative e gli sforzi profusi dal presidente Bruno Marucci e dal direttore Lucio De Filippis del Parco Monti Ausoni.
La celebrazione e il racconto della nascita del primo Monumento Naturale della Regione Lazio, rappresentato da Camposoriano nei Comuni di Terracina e Sonnino, tenuto domenica 22 maggio scorso, è stato una vera festa in cui è stata esaltata la natura.
Organizzato a cura dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi in collaborazione con il Comitato cittadino di Camposoriano e l’Associazione “Svalvolati into the Wild”, le centinaia di partecipanti hanno raggiunto dapprima la Cava dove, dopo un breve ricordo della storia dell’istituzione del Monumento Naturale di Camposoriano tenuto da Gabriele Panizzi allora Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, il dott. Forlenza allora membro di Ass. Italia nostra e Guglielmo Sacchetti, residente di Camposoriano, si è svolto un intermezzo musicale.
Il ritrovo al Centro Visite dell’Ente Parco con i saluti del direttore dell’Ente Parco Lucio De Filippis e l’osservazione dell’impronta del dinosauro Struthiumimus, scoperta presso il molo del Rio Martino a Latina, con un breve excursus del geologo Paolo Mastrobattista e della naturalista Daniela Di Fazio, entrambi dipendenti del Parco. Il programma è continuato con la presentazione degli esempi dell’imprenditoria virtuosa: l’imprenditore Pandolfo – Cantina di S. Andrea e della produttrice dello zafferano Micaela Vittori ed un rinfresco con prodotti tipici locali.
Gli eventi del primo week end si sono aperti sabato 21 maggio con: “Il sentiero dei Cippi di Confine e dei ricordi di Alberto Moravia e Elsa Morante” a cura della guida Agae Paola Marcoccia. I partecipanti hanno percorso il sentiero da località Quercia del Monaco (Lenola) dal quale sono arrivati ai ruderi dell’antico Centro di Acquaviva (antica Vallecorsa, risalente all’XI secolo), attraverso una carrareccia che conduce ad un antico abbeveratoio. Durante tutto il sentiero si è potuto ammirare un suggestivo panorama della piana di Fondi.
Sempre sabato 21 maggio l’altra iniziativa: “Ascoltando il Canto degli Uccelli” a cura di Fare Verde Gruppo Fiuggi “5 comuni rivieraschi”. Con gli ornitologi del Gruppo, i partecipanti impegnati in una breve escursione lungo le sponde del Lago di Canterno, dove è descritta l’avifauna della Riserva per poi giungere alla garzaia, (comune di Trivigliano), dove hanno svolto attività di birdwatching.
Interessante la scoperta della biodiversità attraverso la passeggiata di domenica 22 maggio: “Scopri le Valli del silenzio: una grotta tra uno Stato e un Regno” a cura della Guida AGAE Giancarlo Pagliaroli, e dell’Ecomuseo Argil- Prof. Italo Biddittu e Arch. Ivana Orsini, nei comuni di Pastena e di Falvaterra.
Si sono attraversate aree ricche di biodiversità e zone suggestive e panoramiche sulla Valle Latina in una natura incontaminata.
L’escursione di domenica 22 maggio: “Il percorso del Lago di Canterno: l’ecosistema lacustre” a cura del Circolo Legambiente Di Fiuggi. Con le guide ambientali del circolo, i partecipanti sono stati impegnati in una breve escursione sulle sponde del lago dove è stato spiegato l’ecosistema della Riserva Naturale del Lago di Canterno.
Il programma della Settimana Europea dei Parchi prosegue con altri interessanti eventi fino a domenica prossima 29 maggio.
Il 24 maggio 2022, come ogni anno, si festeggia la “Giornata europea dei Parchi”, data simbolica per l’istituzione in Svezia, nel 1909, del primo Parco nazionale europeo.
Nel corso degli anni, questa celebrazione si è sviluppata su più giorni e per questo oggi viene definita “Settimana europea dei Parchi” con eventi e attività che si distribuiscono su due week-end.
Il “Sistema delle Aree Protette del Lazio” è un patrimonio naturalistico e culturale unico, da conservare, tutelare e da vivere ogni giorno, e queste giornate rappresentano un’importante occasione per ricordare il fondamentale ruolo che gli Enti Parco svolgono per il territorio europeo, nazionale e regionale, su cui costruiamo ogni giorno una società migliore, più verde e sostenibile, per le future generazioni.
La Regione Lazio festeggerà questa ricorrenza da sabato 21 a domenica 29 maggio, durante la “Settimana europea dei Parchi 2022 – NATURA IN CAMMINO” quest’anno dedicata al tema del camminare lungo i meravigliosi sentieri nelle aree protette della nostra regione.
Settimana Europea dei Parchi
Intervento del Direttore dell’Ente Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi,
in occasione dell’iniziativa organizzata a Camposoriano di Terracina (LT)
Domenica 22 maggio 2022
Camposoriano: nascita e storia di un Monumento Naturale.
Oggi ci troviamo qui, a Camposoriano di Sonnino e Terracina…
… in vista del 24 maggio, quando si festeggia in tutta Europa, la Giornata Europea dei Parchi e si rinnova l’iniziativa di Europarc per ricordare il giorno in cui, nell’anno 1909, venne istituito in Svezia il primo parco. Nel corso degli anni, questa celebrazione si è sviluppata su più giorni e per questo oggi viene definita “Settimana europea dei Parchi” con eventi e attività che si distribuiscono su due week-end.
La Regione Lazio quest’anno ha voluto caratterizzare la ricorrenza con il claim “Natura in Cammino” promuovendo appunto come tema, il camminare per sensibilizzare sempre più alla Bellezza, al rispetto del nostro Capitale Naturale e alla possibilità di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, fatto di tutela ambientale e di tutte le nuove opportunità ad essa collegate, quale appunto un turismo di prossimità, di carattere naturalistico, enogastronomico e culturale.
Una possibilità che tutti stiamo apprezzando dopo le restrizioni dovuti alla pandemia, che non ci ha solo costretto a rivedere le nostre abitudini ma ci ha anche sollecitato a cambiare il nostro modo di pensare e il nostro sistema di valori.
Ecco allora che le Aree Naturali Protette oltre ad avere come mission principale quella della tutela e conservazione della Natura, servono pure a incentivare e sostenere le tante forme di sviluppo, crescita e turismo sostenibile; e il camminare, oltre che una attività che fa bene alla nostra salute, è di sicuro un’attività sostenibile che non fa male alla natura. Camminare in un’area protetta è sostenibile soprattutto quando lo si fa a piedi, come pure in bicicletta, a cavallo, ma di sicuro non con altri mezzi …
Un’occasione per godere appieno della bellezza e della biodiversità del “Sistema delle Aree Protette del Lazio” che rappresenta un patrimonio naturalistico e culturale immenso e unico da conservare, tutelare e da vivere ogni giorno.
Giornate come quella di oggi rappresentano quindi, un’importante occasione per ricordare il fondamentale ruolo che gli Enti Parco svolgono per il territorio europeo, nazionale e regionale, su cui costruiamo ogni giorno una società migliore, più verde e sostenibile, per le future generazioni.
Enti Parco che nella nostra Regione, attraverso un lavoro competente professionale e appassionato, sono in campo quotidianamente per gestire più di 100 tra parchi, riserve e monumenti naturali.
L’Ente Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi gestisce oltre all’omonimo Parco, anche altre due aree protette: la Riserva Naturale Antiche Città di Fregellae e Fabrateria Nova e del Lago di San Giovanni Incarico e la Riserva Naturale del Lago di Canterno.
Un distretto vasto, all’interno del quale l’area di Camposoriano rappresenta sicuramente un ambito territoriale tra i più straordinari…
Un comprensorio ad elevata rilevanza geomorfologica idrogeologica e paleontologica, ancor più aumentata con il rinvenimento dell’icnosito con impronte di dinosauro, che ne fanno un importante geosito non solo per quello che ammiriamo tutti in superficie, ma anche per l’eccezionalità del sistema carsico sotterraneo che lo caratterizza, con inghiottitoi e grotte in cui si infiltrano le acque che vanno ad alimentare le numerose sorgenti ai piedi dei rilievi carbonatici.
Un poljie, un campo carsico, che per la complessità dei fenomeni fisico-chimici che l’hanno generato, ne fanno un luogo di interesse geologico, scientifico e paesaggistico, sia a livello nazionale che internazionale, tanto da richiederne il riconoscimento e la classificazione come monumento naturale.
… 974 ettari di territorio che i fenomeni carsici hanno scolpito, originando una serie di formazioni spettacolari tra cui: doline; inghiottitoi; cisterne naturali, importantissime riserve d’acqua per gli abitanti del luogo e per altri esseri viventi come gli anfibi; hum, tra cui quello più noto “La Cattedrale”, costituito da un imponente complesso roccioso alto circa 18 metri, dalla forma che ricorda una cattedrale gotica.
Un paesaggio con elevata profondità emotiva, dove ai segni come abbiamo appena descritto e ascrivibili al carsismo, si sono sovrapposti in maniera arrogante quelli osservabili nella cava: cicatrici impietose della trasformazione avviata da chi aveva pianificato l’estrazione ad uso industriale e che se non interrotta avrebbe divorato rocce e alterato la geografia di Camposoriano: con i suoi campi popolati e incontaminati che raccontano del genius loci.
Campi, a volte piccoli spazi liberi e riparati dagli hum, dove uomini e donne, con rispetto e quasi in simbiosi con l’ambiente, coltivavano la vite, e seminavano orzo, grano e lino.
Stiamo parlando di uomini e donne, quelli che da due secoli, cominciando da Santo Stefano, vennero ad abitare questo territorio montano di Terracina.
Gente venuta, dalla non lontana Vallecorsa, a “colonizzarlo” per ampliare le proprie attività silvo-pastorali.
Un tempo quando (a partire dal 1820) Terracina, oltre ai Vallecorsani, accolse anche famiglie di Terelle presso la parte meridionale della città; Campomelani, lavoratori della pietra, che si insediarono nei pressi di Piazza Palatina; e Verolani che si insediarono a Capo Croce, La Fiora, impegnandosi come braccianti agricoli e nell’allevamento di vacche da latte.
Se questo paesaggio ancora oggi esiste,
…se ancora rappresenta una palestra per ricercatori e studiosi delle Scienze della Terra e della Natura più in generale;
…se ancora è fruibile da tutti i cittadini e visitatori per attività sportive e ricreative o solo per goderne il suo valore intrinseco culturale ed estetico;
…se tutti noi oggi siamo qui, felici e onorati di incontrare e ascoltare quegli uomini che allora seppero battersi, ognuno nel proprio ruolo e per le proprie capacità;
…tutto questo è merito della loro autentica lotta di resistenza avviata per impedire la coltivazione delle brecce calcaree, e portata avanti fino alla vittoria da parte di chi voleva ad ogni costo preservare un sito unico.
Leggendo alcuni scritti, in questi giorni, mi ha colpito un post che cito testualmente:
“la battaglia per chiudere quella cava …mi piace esserci stata e questa è la faccia buona della vecchiaia”.
Ecco guardando chi porta sul viso la saggezza degli anni, non posso nascondere la mia sincera emozione e autentica ammirazione…
L’istituzione del Monumento Naturale nacque a partire dal grido e dalla necessità di conservare, quasi prima ancora della Natura, quel dialogo e quel rapporto stretto e fiero che con essa aveva l’Uomo.
Era il 1978 quando la STEMAR, società di Cassino, avviò la “coltivazione” della cava di marmo, su 4 cave per una superficie totale di 10 ettari.
Grazie anche alla spinta proveniente da questa vicenda e al vigore delle attività di protesta che cittadini e associazioni misero in atto, due anni dopo il 16 gennaio del 1980 si arrivò all’emanazione della L.R. n. 1 “Norme per la coltivazione di cave e torbiere della Regione Lazio”.
Di lì ad un mese, il 12/02/1980 la Giunta regionale del Lazio con propria deliberazione n. 415 dichiarò Camposoriano “zona di notevole interesse pubblico”.
Ma la svolta decisiva arrivò, cinque anni dopo, il 27 aprile del 1985, con la promulgazione della L.R. “Conservazione e tutela delle bellezze naturali e paesaggistiche nel territorio dei Comuni di Sonnino e Terracina, denominato Camposoriano” che ordinò innanzitutto la cessazione di ogni attività estrattiva.
Fortunatamente oggi l’aumentata coscienza ecologica, mossa da diverse incombenze a partire dal rischio del dissesto idrogeologico per arrivare alla diffusa consapevolezza di un’ormai improrogabile economia sostenibile, impone a tutti, rappresentanti di enti, istituzioni categorie produttive e imprenditori, come pure a ogni cittadino, di mettere in atto un sistema adeguato e corretto azioni e interventi per una nuova cultura di buon governo del territorio.
Con il mio intervento, ho cercato di condividere, a tutti voi che siete intervenuti e che ringrazio uno ad uno, il perché questa mattina ci siamo alzati felici di salire, di venire quassù, a Camposoriano.
E allora se “le Cave sono le cicatrici del Paesaggio”,
…che fino a qualche decennio fa l’approccio al tema delle cave era, per lo più, di ripristino con l’intento di celarne la presenza;
…oggi è giusto occuparsi di questi spazi in modo differente: bisogna certamente recuperare e migliorare la qualità ambientale del luogo, senza però celarne il carattere di ferita;
…questa ferita non va assolutamente mascherata.
Questa cicatrice va invece valorizzata per innalzarla a testimonianza del passato, come evidenza di una nuova vita per uno spazio che diversamente sarebbe morto.
Lasciatemi chiudere con una strofa di una canzone di Bersani (Samuele) che nel titolo porta la parola “Aprile”, cioè lo stesso mese in cui 37 anni fa, la Politica, sollecitata da un’azione nata dal basso, anzi non direi dal basso perché non mi piace, ma nata dal Territorio e quindi altissima, promulgava la già citata L. R. n. 56 del 1985;
…lasciatemi rivolgere in modo particolare ai protagonisti di allora, …dicendo Loro: grazie per tutto quello che avete fatto e siate sempre orgogliosi della vostra battaglia, per i motivi che sono stati ricordati, … perché, anche se di sicuro, la lotta vi ha ferito e vi lasciato qualche segno indelebile …
“…è sempre bellissima la cicatrice
che mi ricorderà di essere stato felice”
Viva i Parchi e felicità a Noi Tutti!
Dott. Lucio De Filippis
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