E’ necessario fare finalmente chiarezza su “Astralopoli”. Dopo che lo scandalo riferito alla gestione dell’Azienda Strade Lazio è scoppiato anche a livello nazionale, finendo nel mirino della trasmissione l’Arena su RAI 1, non si può più far finta di niente. Quando, solo dopo anni di denunce, persino il nuovo presidente Tommaso Luzzi è stato costretto ad ammettere pubblicamente, sugli schermi della TV di stato, di essersi trovato di fronte ad una situazione vergognosa, portando come esempio alcuni casi eclatanti di spreco gestionale, ci si aspetta qualcosa di più. E’ il momento di tirare le somme e la Regione Lazio con l’Astral, hanno il dovere e l’obbligo di fare tutti i passi necessari per contribuire a porre un punto definitivo su una situazione che si sta trascinando avanti da troppo. Certamente occorre non dimenticare i quintali di libri e di dvd che, come ha confermato Luzzi, intasano i magazzini Astral, ma soprattutto va puntato l’indice sui bilanci, sui buchi milionari negli stessi, sulle consulenze e sui loro costi, sulla pianta organica, sugli avanzamenti di carriera, sugli appalti e sulla ditte interessate agli stessi, sui lavori effettuati, a partire dai 70 milioni di euro bruciati nell’incompiuta SR 156 dei Monti Lepini, sulle carte di credito eventualmente utilizzate come denunciato dal gruppo radicale alla Regione. Il nuovo presidente, subentrato all’uscente Giovan Battista Giorgi, ha parlato in più occasioni di aver trovato un bilancio con perdite di circa 60 milioni di euro. Perché non consegna finalmente i libri contabili in Tribunale? Astralopoli è ormai un caso di cui si parla. La falla si è aperta e i cittadini del Lazio hanno diritto di sapere come siano stati utilizzati tutti quei soldi che dovevano essere destinati alla sicurezza stradale. Visto che finora si era taciuto, ora che la macchina si è messa in moto occorre fornire risposte precise a tutti quegli interrogativi rimasti inevasi. Quando si parla di pianta organica, non si vuole avere il numero dei dipendenti, ma il loro nome e cognome con relative funzioni e modalità d’assunzione. Così per i consulenti, con relative spese. Gli appalti devono essere elencati puntualmente con costi e nomi delle ditte. Così i lavori, compresi quelli ancora da liquidare, che vanno rendicontati precisamente. Senza menare il can per l’aia. Renata Polverini e Tommaso Luzzi, se ci siete battete un colpo. Altrimenti che pensare?
Movimento Libero Iniziativa Sociale