Settanta milioni di euro buttati. Tanto è costata la Nuova156 dei Monti Lepini. Circa cinque milioni per ogni chilometro. E la strada è ancora più pericolosa di prima. Chilometri di asfalto, chilometri di guardrail, che nel tratto più delicato ( quello compreso tra località Cesarini e Sorgenti Sardellane) sono stati forzatamente sbarrati. Perché, oltre lo sbarramento, la via conduce verso il pericoloso budello sito tra la montagna, le Fonti e la ferrovia Roma – Napoli. Questo dopo avere fiancheggiato il Lago delle Mole con i suoi canali, in piena area acquitrinosa. Almeno due chilometri non praticabili, che hanno reso obbligatorio il riutilizzo del vecchio tracciato, nel suo segmento più pericoloso. Chi pagherà per tutto questo? Una cosa è certa: quelle decine di milioni di euro sono uscite dalle tasche dei cittadini, che hanno dovuto pagare in maniera salata, assistendo ad un evidente sperpero di denaro pubblico, un’ opera che non solo non serve a niente, ma che nelle intenzioni degli amministratori e dei tecnici dovrebbe essere oggetto di una ulteriore variante progettuale, al fine di ovviare al disastro realizzato. Chiaramente il tutto ancora a spese del cittadino. Come dal cittadino è stato pagato quello scheletro di ponte che non inizia e non finisce, alzato all’altezza della strada sbarrata e concepito come accessorio all’opera non realizzata.
Movimento Libero Iniziativa Sociale si occupa di questa vicenda da anni ed è riuscito a farla diventare un caso nazionale, un esempio di quella cattiva amministrazione che oggi comincia ad indignare tanti cittadini, di cui è arrivata ad interessarsi RAI 1, nel corso del programma L’Arena condotto da Massimo Giletti.
Il caso 156 era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ne parlava e tanto meno raccoglieva le nostre puntuali osservazioni e denunce. Non c’è stato uno straccio di amministratore locale che se ne sia interessato.
Non solo, perché qualcuno di questi prendeva anche parte alle varie “inaugurazioni” della strada non terminata. E’ troppo definire questo uno scandalo? E’ troppo definirlo una vergogna? E’ troppo parlare di atteggiamenti omertosi? Se la vicenda sta avendo degli sviluppi di un certo rilievo è solo perché la nostra azione ha trovato uno sbocco in Regione, dove c’è stato chi, e parliamo dei consiglieri radicali Rossodivita e Berardo, ne ha capito l’importanza facendosi carico di una serie di interrogazioni, poi sfociate in denunce sulla gestione Astral, presentate alla Procura della Repubblica di Roma ed alla Corte dei Conti.
Lo abbiamo già detto, un vero e proprio spreco. Eppure non ci sarebbe voluto tanto per capire che il tracciato disegnato era fuori da ogni logica. Forse a prevalere è stato altro.
Movimento Libero Iniziativa Sociale