“Gianni Tonelli, segretario del sindacato di polizia Sap, è ormai alla terza settimana di sciopero della fame. Davanti a Montecitorio c’è una tenda; lunedì c’è stata una delegazione di Forza Italia con Brunetta, Gasparri e Vito; ieri ci siamo passati sia io che Giorgia Meloni, oggi ci sarà Matteo Salvini; nessuno della maggioranza; nessun rappresentante della Boldrini; men che meno delegati dal Colle, inspiegabilmente taciturno di fronte ad uno svarione che porta scritta senza alcun dubbio la responsabilità del Viminale“. Lo scrive il leader de La Destra, Francesco Storace, che oggi, alle 15.30, prenderà parte, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a una celebrazione e benedizione al Sap.
“Tonelli – prosegue Storace – paga la sua autonomia dal potere; è un poliziotto coraggioso che non lascia soli i suoi colleghi e si è ribellato a quella che considera una fandonia organizzata a tavolino dai ‘superiori’. A novembre un suo collega del Sap mostrò in televisione, a Ballarò, l’equipaggiamento vetusto del personale di polizia. La trasmissione fece ovviamente clamore e dal Viminale partì l’ordine di punire chi aveva osato svelare quei segreti evidentemente inconfessabili. La denuncia di condizioni di lavoro pessime – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – diventa una specie di reato. L’agente-sindacalista è già stato sospeso dal servizio con il dimezzamento dello stipendio. Tonelli si è messo a sua volta a fare indagini sulle ‘prove’ raccattate dagli organi di polizia e ha scoperto – stando alla copiosa documentazione in suo possesso – che ad aver ragione è chi è stato punito. Alfano tace, Renzi anche, e il presidente Mattarella rischia di essere inondato da una marea di cartoline con cui gli si chiede di far sentire una parola a sostegno del diritto di parola per una denuncia sindacale che non può lasciare indifferente la pubblica opinione. Si mobilita persino la Chiesa con un rito religioso che si svolgerà oggi a Santa Maria Maggiore ma – conclude Storace – continua il silenzio dei palazzi della politica: è una vergogna che deve cessare“.