Presentato questa mattina presso la giunta regionale del Lazio l’accordo con Corecom per l’avvio della sperimentazione in Media Education e l’istituzione del Patentino Digitale nelle scuole del Lazio. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti l’assessore regionale al lavoro, università, formazione, ricerca e merito, Giuseppe Schiboni, il presidente del Corecom Lazio, Maria Cristina Cafini, il Garante Infanzia e Adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, il presidente del consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, il Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio, Daniele De Martino e, con un video messaggio, il Garante della Privacy, Guido Scorza. L’obiettivo è promuovere attività progettuali in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. La Regione Lazio intende supportare il Co.re.com. su due specifiche attività progettuali: la sperimentazione della Media Education nella Scuola primaria e l’introduzione del Patentino digitale nelle scuole secondarie di primo grado della Regione Lazio. La Sperimentazione in Media Education consiste in una sperimentazione pluriennale, destinata agli alunni delle classi quarte e quinte delle Scuole primarie del Lazio, finalizzata a strutturare un valido percorso di conoscenza e di consapevolezza sull’utilizzo della Rete, delle sue opportunità e dei suoi rischi. Con il progetto “Pa.Di.”, per l’istituzione del Patentino Digitale si intende costruire un percorso di informazione e formazione dall’alta valenza educativa e formativa per gli studenti della scuola secondaria di I grado, in grado di fornire gli strumenti e le competenze necessarie per l’utilizzo consapevole e responsabile dei dispositivi digitali, per l’accesso e la navigazione in Rete, per lo sviluppo dei temi della cittadinanza digitale, con il coinvolgimento attivo degli insegnanti e degli adulti responsabili. “Due elementi sono importanti: il principio della responsabilità e quello del pensiero critico. Insegnare la responsabilità significa costruire le premesse perché i soggetti si sappiano muovere nel rispetto dei diritti altrui in un contesto in cui non si è più solo ricettori ma anche produttori di messaggi all’interno dello spazio pubblico. Mentre lo sviluppo del pensiero critico costituisce – spiega l’assessore Schiboni – il principale antidoto ad una passività inconsapevole del ragazzo nei confronti dei messaggi mediali. Non educare ai media significa decidere di rinunciare a formare una componente rilevante dei cittadini di domani. Il nostro obiettivo è costruire percorsi che portino a una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione sia da parte del singolo utilizzatore che della comunità educativa”. Si tratta di iniziative particolarmente urgenti poiché dalla rilevazione del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia 2018 (Health Behaviour in School-aged Children) condotta su un campione di 58.976 minori è emerso che i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sono aumentati considerevolmente negli ultimi anni e hanno interessato soprattutto i giovani con proiezioni in grave peggioramento a causa della pandemia.
Così in una nota l’assessore regionale del Lazio al Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito, Giuseppe Schiboni
I commenti non sono chiusi.