L’ennesima inaugurazione fatta in periodo preelettorale ci offre il destro per ritornare sulle denunce relative agli sprechi di denaro pubblico che hanno interessato e continuano ad interessare il Comune di Sezze. Ci riferiamo a quella, strombazzata nei giorni scorsi, del complesso tennistico di Via Piagge Marine, bloccato a causa di evidenti responsabilità amministrative per anni. Con un ennesimo finanziamento di 180milioni di euro gli amministratori locali hanno affermato, autoincensandosi, di “avere sanato una ferita inferta al territorio”. Verrebbe da dire, spontaneamente: da chi? La risposta è implicita nella domanda. Ma quello che ci preme sottolineare è che le responsabilità vanno riferite non solo all’utilizzo di questa ultima tranche di denaro pubblico, ma allo spreco totale, che si aggira attorno agli 800mila euro. Inutile ricordare che nessuno, almeno finora, è stato chiamato a risponderne. Chi paga è solo Pantalone. Come Pantalone ha pagato e continua a pagare per tutti gli altri scandali spalmati in questo ambito dei Lepini e della Pianura Pontina. Ci si dimentica troppo facilmente del Monastero delle Clarisse, cantiere aperto ormai da quasi 20 anni, che sta costando alla comunità, fino ad oggi e ad opera ben lontana dall’essere portata a termine, circa 6milioni di euro. Anche per questa non ne risponde e continuerà a non risponderne nessuno? E Palazzo Pitti? Ci si è dimenticati di questa sede che ha ospitato per decenni le scuole elementari ed un teatro comunale? Qui addirittura siamo arrivati a contare almeno un paio di rifacimenti della facciata ed altrettanti delle coperture. Tutto questo quando gli interni sono ancora da ristrutturare. Capitolo a parte è quello che riguarda la struttura del popolare Anfiteatro, ormai dal Mlis fatto passare alle cronache, dopo mille battaglie, come Ecomostro. Una colata di cemento che sfiora ormai i 3milioni di euro, per la quale, a seguito del nostro impegno, la comunità europea ha chiesto la restituzione del finanziamento molto impropriamente, per usare un eufemismo, utilizzato. Ma soprattutto gridano vendetta i circa 80 milioni di euro bruciati per la cosiddetta “nuova” 156. La vicenda è ormai nota in quanto portata alla ribalta nazionale dal nostro Movimento sulle più importanti emittenti televisive. Quando verranno affrontate nelle giuste sedi queste vergognose situazioni? Eppure continua ad esserci chi ha la faccia tosta di specularci sopra rimpallandosi responsabilità. Le responsabilità, enormi perché riferite a fiumi di denaro bruciato, sono trasversali. Lo testimoniano i fatti, che hanno visto i politici locali di tutti gli schieramenti, silenti, dopo aver determinato con i propri atti l’iter di questi disastri. Su queste vicende, come su tante altre di cui torneremo a parlare, tace la vecchia politica e fa orecchie da mercante la nuova.
Movimento libero Iniziativa sociale – lavocelibera.it
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