“Apprendo che la Regione Lazio ha proceduto all’istituzione di una cabina di regia per le liste d’attesa. Si fa molta filosofia attorno a questo tema, servono invece soluzioni vere. Soprattutto rilevo come ancora una volta siano prevalenti le linee teoriche rispetto alla concretezza delle risposte. Si ha la sensazione che il cuore del problema non venga affrontato dall’amministrazione regionale. Ritengo invece indispensabile attuare interventi radicali per fare in modo che l’offerta sanitaria sia consona alla domanda. Attualmente la richiesta dell’utenza non è soddisfatta ed è necessario accorciare il divario esistente con l’offerta.
C’è un modo per ridurre i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e di alta diagnostica nel Lazio: copiare il modello attuato dalle Regioni Emilia Romagna e Veneto. Vale la pena di ricordare un progetto estendibile per le Asl laziali, con il quale è possibile ampliare l’offerta delle prestazioni sanitarie attraverso l’apertura 7 giorni su 7 delle strutture pubbliche e private. Magari dando la possibilità alle aziende sanitarie locali di acquistare dal privato accreditato prestazioni a tariffa calmierata, consentendo agli utenti di accedere alle prestazioni specialistiche, e di alta diagnostica, pagando una tariffa pari a quella del ticket della prestazione stessa.
Un progetto che ha dato risultati importanti in Emilia, come pure lo stesso discorso si può fare sul piano straordinario varato in Veneto. E’ ovvio che servono risorse importanti, si deve investire nella sanità pubblica. E’ inevitabile aumentare i servizi ed il numero delle prestazioni sanitarie. Urge mettere in atto tutte le azioni necessarie, sul piano economico ed organizzativo, per garantire un’implementazione dell’offerta.
Tutti i piani straordinari varati in questi anni non hanno prodotto gli effetti sperati. Ci si deve rendere conto del disagio che i ritardi dei tempi di attesa creano soprattutto a persone anziane, magari non autosufficienti, e alle loro famiglie costrette a viaggi della speranza solo per avere ciò di cui hanno diritto. Una sanità che funziona è una sanità capace di rispondere alle esigenze dei cittadini con immediatezza e rapidità. Una amministrazione efficiente funziona se è in grado di organizzare i servizi rendendoli vicini ai cittadini e non irraggiungibili.
Basta vedere la situazione dei Pronto Soccorso, ormai al collasso e alle prese con quotidiani problemi di affollamento. Manca il personale, quello operativo è costretto a turni massacranti pur di fronteggiare l’emergenza e il cronico sottodimensionamento. Occorre adeguare le strutture e potenziare gli organici, altrimenti da questo problema cronico non ne usciremo.
Consiglio a Zingaretti e D’Amato di passare dalla filosofia alla pratica. Magari prendendo spunto da modelli che funzionano veramente”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare