“Claudio Moscardelli fa demagogia su un caso drammatico, mostrandosi insensibile davanti a situazioni che riguardano la vita delle persone. Le sue critiche nella vicenda dell’aborto sul traghetto da Ponza a Formia mi lasciano basito. Utilizzando un linguaggio da burocrate stile Pci, l’ex senatore e segretario locale del Pd sembra volersi candidare a portavoce di Giorgio Casati e temo probabilmente all’insaputa dello stesso manager dell’Asl di Latina.
Moscardelli dovrebbe mettersi nei panni della donna che ha abortito contro la sua volontà. Inorridisco quando leggo che in riferimento a questa vicenda sono state osservate tutte le procedure previste del protocollo. Le vie della sanità pubblica sono lastricate di protocolli. Peraltro non sempre vengono rispettati dalle aziende sanitarie locali.
Allora cosa si dovrebbe dire dell’ospedale di Terracina, dove sembrerebbe che gli interventi per la frattura del femore non siano garantiti entro le 48 ore, come stabilito dal protocollo?
Io dico che una maggiore umanità, procedure meno aride, un supplemento d’anima, proprio non guasterebbe.
Il medico è tenuto ad accorgersi della gravità della situazione. Stiamo parlando di vite umane. E almeno per quanto mi riguarda la vita è tale già dal primo momento in cui le cellule procreatrici si incontrano.
Davanti ad un travaglio abortivo, una volta che è iniziato, si tratta solo di garantire con tempestività l’assistenza compatibilmente alle condizioni della paziente.
Il medico non interviene solo quando c’è pericolo di vita ma presta sempre le sue cure per la salute della persona. Anche in questo caso specifico con un pizzico di buon senso si poteva consigliare la donna di usare mezzi più veloci per arrivare al nosocomio più vicino all’isola di Ponza.
Non lo dico io, ma è la stessa Asl di Latina a ricordare che ‘l’utilizzo di un diverso mezzo di trasporto, per esempio l’elicottero al posto della nave, avrebbe senz’altro garantito alla donna la vicinanza di personale pronto a gestire l’evento sanitario che la donna non poteva, appunto, evitare né controllare’.
Moscardelli piuttosto farebbe bene a toccare con mano i problemi della sanità. Purtroppo la sanità che gli utenti percepiscono in questa Regione ed ancor di più della provincia di Latina è quella dei Pronto Soccorso sovraffollati, autentici gironi danteschi, veri e propri ‘lazzaretti’. Così come non c’è risposta alle liste d’attesa. Siamo alla quarta edizione di un piano straordinario, ma i risultati non si vedono.
In sostanza c’è una forbice molto ampia tra la percezione reale che i cittadini hanno della sanità e dell’accesso alle prestazioni e alle cure e la realtà dei fatti. Ricordo che sono numerosi gli ospedali chiusi. I distretti, quelli che operano sul territorio, sono rimasti senza personale. Per non parlare delle Case della Salute: Zingaretti si è impegnato sul fatto che almeno 30 sarebbero state realizzate nel quinquennio 2013-2018. Di quelle 30, ne sono state aperte meno della metà. Ed ora abbiamo il problema di come ‘sostituire’ i Punti di Primo Intervento, che lo ricordo, verranno disattivati fra poco più di due mesi.
Ecco se davvero vuole essere utile, Moscardelli, non si limiti a fare da portavoce dell’Asl di Latina, ma venga incontro alle esigenze dei territori penalizzati, venga con noi a farsi un giro nelle strutture sanitarie e faccia sentire la propria voce al governo regionale di cui è sostenitore della prima ora”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare