La lettera aperta dell’Ance è per me, che ho svolto funzioni dentro l’amministrazione pubblica, come un viatico di lavoro. Non ora, ma sempre nel mio percorso amministrativo e in campagna elettorale, ho rivendicato la parità di comportamento tra amministrazione e operatori privati. Se lo Stato chiede il rigore nel rispetto delle regole deve rispettarle per primo. Sbloccare i pagamenti arretrati e pagare con regolarità quelli correnti non è una azione rinviabile. Mi impegno fin da ora a farmi parte di questa esigenza, a fare tutto ciò che è nelle mie possibilità e anche di più per rispondere positivamente a queste esigenze che sono prima di tutto dei diritti. Le costruzioni sono un settore vitale per l’economia pontina, laziale e nazionale. Far finta di niente o peggio, drenare risorse (perché non rispettare gli impegni con chi ha lavorato questo è) è ignobile e dà consistenza all’idea di antipolitica. Sono con l’Ance, sono con le imprese e sono con i lavoratori che oggi vivono una condizione di dolore (non di difficoltà). L’esempio della Provincia di Latina in questo senso è emblematico. È inammissibile che il consorzio di imprese che ha realizzato l’ammodernamento della Pontina e consegnato i lavori nel 2010, su un importo totale di 13 milioni di euro abbia visto la liquidazione di soli 2 milioni di euro. Ad oggi la Regione ha dato solo una concessione di credito, impegnandosi a pagare entro settembre 2013 il resto dell’importo dovuto. Una non soluzione che crea solo ulteriori danni alla stabilità delle imprese che debbono affrontare ulteriori oneri finanziari. L’amministrazione provinciale di Latina ha sempre onorato i suoi impegni con le imprese entro i trenta giorni previsti, ricorrendo ad anticipazioni di cassa quando necessario. Questo si deve fare con ogni mezzo per ricostruire l’economia e creare occupazione.
Appongo, quindi, la mia firma sotto quella del presidente Palazzo, non per forma, ma per tutte le ragioni che ho esposto in questa nota e per il rispetto della certezza del diritto. Basta con lo stato matrigno, torniamo allo Stato leale.
Il consigliere regionale del Pdl
Pino Simeone