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Simeone: “Per Case della salute Zingaretti in provincia produce buchi neri”

scritto da Redazione
Simeone: “Per Case della salute Zingaretti in provincia produce buchi neri”

“La riforma del servizio sanitario nella Regione Lazio, nonostante i tanti annunci da parte del presidente Zingaretti, continua a muoversi sul filo della incertezza e delle contraddizioni. Bene l’introduzione delle cosiddette Case della salute su cui siamo concordi e sono assolutamente necessarie. Perché si tratta di strutture che assorbiranno le emergenze meno gravi, i cosiddetti codici bianchi, consentendo di alleggerire il flusso di utenti che oggi si riversa al pronto soccorso creando uno stato di costante emergenza. Si tratta di strutture sanitarie che hanno il compito di colmare il vuoto che si è creato nei singoli territori a seguito dell’applicazione indiscriminata di tagli ai posti letto e ai presidi ospedalieri. Strutture che garantiranno le funzioni dell’assistenza primaria avanzata, medica ed infermieristica, specialistica, area di sorveglianza temporanea, diagnostica di primo livello, e punto di primo intervento.
Per la provincia di Latina sono previste tre case della salute. Una a Sezze, una a Gaeta e una a Minturno. Tuttavia la delibera della giunta regionale del 25 gennaio 2014, contraddicendo quanto contenuto nei decreti del commissario ad acta e le indicazioni del gruppo “Case della salute”, ha stanziato i fondi solo per tre strutture in tutto il Lazio e per la provincia di Latina, solo per l’ospedale San Carlo di Sezze. Non solo, perché la delibera del 31 gennaio 2014, con cui si assegnano ai nuovi direttori generali delle Asl gli obiettivi da perseguire nel corso del mandato, riduce a due le case della salute previste per la provincia di Latina.
Per fare chiarezza, per superare le contraddizioni contenute nelle delibere che portano la firma dello stesso Zingaretti, ho presentato una interrogazione nella quale chiedo al presidente della Regione Lazio, in qualità di commissario ad acta per la sanità, un atto di programmazione certo e chiaro che contenga le tempistiche di attuazione di tutte le case della salute individuate con il decreto di ottobre 2013 e dal decreto 480 contenente i programmi operativi per la sanità 2013 – 2015. Ho chiesto quindi chiarimenti sui tempi previsti per l’attivazione, considerando che la struttura di Sezze a quanto apprendiamo dovrebbe essere la prima, delle case della salute che dovrebbero essere realizzate all’ospedale “Luigi Di Liegro” di Gaeta e all’ex ospedale di Minturno e soprattutto per conoscere il destino degli attuali presidi territoriali di prossimità come quello di Priverno. Purtroppo anche per questo provvedimento, che potrebbe rivelarsi determinante per agevolare il lavoro che oggi ricade completamente sulle spalle degli ospedali sopravvissuti all’ondata di cancellazione messa in atto sull’altare del risparmio economico, Zingaretti e la sua giunta dimostrano di non avere un quadro preciso sul piano di una programmazione che deve rispondere nel concreto alle effettive esigenze dei singoli territori. Si continua, e in un settore determinante per la vita dei cittadini come quello della salute, ad agire con eccessiva approssimazione.
Noi vogliamo governare il cambiamento che la situazione economica del Lazio anche nella sanità ci impone, e non immolare i cittadini e i servizi di cui hanno diritto sull’altare del risparmio. Un primo passo è stato compiuto ma Zingaretti deve dimostrare il coraggio delle scelte che può risiedere solo in atti che abbiano tempistiche certe. Il nostro compito è riequilibrare il rapporto tra assistenza distrettuale, servizi sul territorio, cure primarie, assistenza domiciliare ed assistenza ospedaliera. I cittadini ci chiedono di conoscere quale sarà il destino del presidio territoriale di prossimità Regina Elena di Priverno, se sarà assorbito, se scomparirà, e quali sono le prospettive per gli operatori oggi impiegati in questa struttura della quale non si fa cenno in nessun atto del commissario Zingaretti. Noi abbiamo il dovere di rispondere. Lo possiamo fare solo con atti lineari, consequenziali, immediati in termini di attuazione. Gli stessi che Zingaretti non riesce, evidentemente, a mettere in campo contraddicendo se stesso e sottraendo servizi ai territori e ai cittadini che li rappresentano”.

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