Nel Lazio, tra metà 2007 e metà del 2012, le persone in cerca di occupazione sono quasi raddoppiate, passando da 135mila a 251mila. Il tasso di disoccupazione è passato dal 5,6 al 9,9% e questi numeri continuano a crescere. Ora dopo un anno di sacrifici è il momento di programmare la ripresa. Lo possiamo fare dando ai giovani la possibilità di investire sulle proprie capacità e professionalità. I ragazzi non si sono mai persi d’animo, hanno sempre guardato al futuro con positività, del resto sono “condannati” a vivere il futuro e quindi a sperare il futuro. Dalla loro forza dobbiamo ripartire insieme. Dobbiamo essere però in grado di dare loro risposte concrete. Il tempo delle parole è finito. Si deve agire mettendo sulla strada del domani meritocrazia, professionalità, impegno. Se la crisi ci ha insegnato qualcosa è stata la flessibilità dei nostri ragazzi nel mondo del lavoro. Quanti di loro incontriamo con una laurea o due che si rimboccano le maniche nella pizzeria o tra gli scaffali dei supermercati? Tantissimi. A loro va la nostra stima e il nostro sostegno perché il domani possa tradursi in un lavoro che risponda alle loro aspirazioni.
La nostra Regione non può e non deve rinunciare a immaginare un futuro industriale. La dimensione industriale è fondamentale per proiettare filiere tradizionali e nuove come il farmaceutico, agroalimentare, costruzioni, turismo e commercio in un percorso di rinascita economica. Una sfida a cui non possiamo sottrarci e che ci impone di mettere in campo strumenti di sostegno a progetti e percorsi di inserimento lavorativo con il contributo delle aziende che rappresentano il nostro territorio. E’ questo l’unico modo per non perdere le eccellenze che hanno sempre contraddistinto il nostro territorio e per non perdere professionalità e giovani che sono il grande patrimonio della nostra comunità. Il nostro obiettivo primario è e sarà quello di riequilibrare la flessibilità del lavoro giovanile rimuovendo il problema economico e sociale della precarietà.