martedì 26 Novembre 2024,

Provincia di Latina

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Sistema Latina. In carcere anche l’ex sindaco Di Giorgi

scritto da Redazione
Sistema Latina. In carcere anche l’ex sindaco Di Giorgi

Quindici le persone arrestate di cui otto in
carcere e sette ai domiciliari. L’indagine svolta dai carabinieri del
comando provinciale di Latina, costituisce un vero terremoto politico
amministrativo a Latina che ha svelato una gestione illegale
dell’amministrazione comunale negli anni che vanno dal 2009 al 2011. In
carcere sono finiti l’ex sindaco, Giovanni Di Giorgi (Fratelli d’Italia),
l’ex assessore Giuseppe Di Rubbo (Forza Italia), l’ex consigliere provinciale
di An Silvano Spagnoli (gestore delle piscine comunali), il dirigente Ventura
Monti, Vincenzo Malvaso, ex consigliere comunale di Forza Italia. Un lavoro
investigativo diretto dal maggiore Befera che ha messo insieme tre filoni nei
quali si sono ravvisati reati che vanno dall’abuso d’ufficio, la turbata
libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato. Tutto parte da una
interrogazione parlamentare relativa alla gestione della Piscina comunale. Il
comune aveva pagato per anni le utenze energetiche nonostante la struttura
fosse data in gestione ad una società sportiva, tutto per un danno erariale
di circa 400 mila euro. Ma erano tutte le strutture sportive ad essere al
centro di gestioni sospette ed in particolare nell’indagine si sarebbe
ravvisata una marcata sudditanza dell’amministrazione comunale nei
confronti della società calcistica del Latina realizzando per lo stadio
lavori per oltre 1,2milioni di euro che non spettavano al Comune ma alla
società. Allo scopo sono stati distratti fondi destinandoli ad altri
progetti quale lavori di adeguamento di strutture per ospitare uffici
comunali che avrebbero permesso di risparmiare sugli affitti. L’altro
filone era legato agli appalti che venivano frazionati per assegnarli
direttamente alle solite quattro ditte, senza fare mai bandi di gara. In
questa maniera sono stati assegnati 150 appalti per un complessivo di 2,4
milioni di euro.
Il terzo filone era legato all’urbanistica, dove  i funzionari e dirigenti
riuscivano a moltiplicare le volumetrie edificabili per assegnarle ad
imprenditori amici. Funzionari e dirigenti chiudevano poi gli occhi di fronte
a particelle di proprietà ripulite dal vincolo di espropri e dati come opere
compensative al Comune dagli imprenditori per ottenere autorizzazioni a
costruire. Insomma cedevano al Comune quello che già era comunale.
Tutti questi aspetti sono stati ben illustrati anche alla Corte dei Conti.

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