rifiuti. Andrea Ballabio, Donato Berardi, Filippo Galimberti, Samir Traini e Nicolò Valle hanno analizzato la situazione per Ref Ricerche. “L’allarme per il costo dell’energia è connesso alla sfida per la tenuta economico-finanziaria delle imprese – spiegano i ricercatori-. E per la qualità del servizio offerto“. Il focus riguarda gli impatti di questa “difficile e ormai lunga congiuntura”. Precipitata con l’invasione russa dell’ Ucraina. A cominciare dalla tenuta stessa del sistema dei rifiuti. E, quindi, dei soggetti che si occupano della loro gestione e trattamento. Al centro ci sono gli alti costi in bolletta che si trovano a dover sostenere le società attive nel settore. Sia pubbliche. Sia private. Col rischio di comprometterne la stabilità sul piano economico-finanziario.
Caro energia
“L’escalation dei costi energetici frena gli obiettivi e limita gli spazi di intervento del Pnrr– sottolinea il team di ricercatori-. Da un lato cresce la consapevolezza delle necessità di raggiungere un’indipendenza energetica. Riducendo il ricorso all’import di materie prime da Paesi a elevato rischio geo-politico. Dall’altro la crisi energetica rischia di fermare le imprese che producono materie prime seconde (mps) dagli scarti. Ossia la filiera del riciclo dei rifiuti”. Così gli aumenti vanno a ripercuotersi sulle tariffe agli utenti. Riducendo gli spazi per sostenere miglioramenti nella qualità del servizio. E investimenti per potenziare le infrastrutture. Con un corollario di impatti ambientali. All’Autorità di regolazione (Arera) è stato affidato il compito di regolare il ciclo integrato dei rifiuti urbani.
Allarme rifiuti
Il caro rifiuti è un’emergenza nazionale. A Treviso, per esempio, il consorzio di Bacino Priula aiuta le aziende a pagare le bollette. Un’iniziativa realizzata in accordo con i comuni e le associazioni di categoria. E che definisce un piano di aiuti alle utenze non domestiche interessate da chiusure o restrizioni. Chi ha beneficiato dell’agevolazione nel 2021, usufruirà automaticamente della riduzione anche per il 2022. In questo modo si rinnova il sostegno alle aziende del territorio. Possono chiedere una riduzione della tariffa rifiuti per l’anno 2022 le imprese che per la pandemia hanno subìto chiusure. O restrizioni (anche parziali) nell’esercizio delle loro attività La tassa rifiuti, infatti verrà conteggiata sull’importo della quota dimensionale. Legata alla classe di superficie dell’utenza. Fino ad esaurimento delle risorse. Possono usufruire di questa agevolazione anche le associazioni di volontariato. I circoli ricreativi. I centri sociali. I musei. Le associazioni culturali. Un aiuto concreto di cui le aziende possono beneficiare. Un sostegno ancora più importante nella situazione di difficiltà per l’aumento esponenziale dei costi di gas ed energia.
Smaltimento non corretto
In alcuni paragrafi dell’enciclica “Laudato Si’” anche papa Francesco fa riferimento all’ eccessiva produzione di rifiuti. E al non corretto smaltimento di rifiuti di tutti i tipi. Commerciali, domestici, industriali. Materiali che si vanno accumulando. Producendo effetti nocivi per la salute delle persone. E deturpando il paesaggio naturale. Secondo il Pontefice, la carenza di una corretta gestione dei rifiuti deriva dall’egemonia della cultura dello scarto. Tipica dell’odierna società consumistica. Basata sul concetto dell’“usa e getta” che vede ogni bene materiale direttamente finalizzato al consumo. Senza che ne vengano valorizzate anche altre funzionalità di recupero e riutilizzo. Ne deriva la necessità di “promuovere forme di risparmio energetico“. Favorendo modalità di produzione industriale con massima efficienza energetica e “minor utilizzo di materie prime“. Togliendo dal mercato i prodotti poco efficaci dal punto di vista energetico o più inquinanti.
Economia circolare
Jorge Mario Bergoglio oppone alla cultura dello scarto un modello di economia circolare. Capace di assorbire ciò che produce. E che prevede la riduzione dei consumi e degli sprechi. Attaverso la promozione e la diffusione del riciclaggio. Papa Francesco esorta a considerare “l’inquinamento prodotto dai rifiuti. Compresi quelli pericolosi presenti in diversi ambienti. Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno. Molti dei quali non biodegradabili. Cioè rifiuti domestici e commerciali. Detriti di demolizioni. Rifiuti clinici, elettronici o industriali. Rifiuti altamente tossici e radioattivi. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia“.