Per chi come noi osserva da decenni la vita politica della città, sei mesi di “vacatio” lamentata a carico del commissario Cappetta, non rendono sicuramente giustizia ad una situazione cronica e perniciosa delle strutture sportive insistenti sul territorio comunale di Terracina.
Sono decenni che il complesso sportivo denominato San Martino, posto ai piedi della Madonna di Leano ma anche ai piedi di Gesù Cristo, vive di una gestione indecente.
Il campo principale dedicato al compianto Mario Colavolpe, al pari del palazzetto dello sport dedicato ad un altro benemerito dello sport terracinese Bibi Carucci, è da sempre senza autorizzazione per la pratica sportiva con il pubblico.
Infatti, è mancante di una rete fognante per il recupero della acque nere e bianche degli spogliatoi e di una rete fognante per i bagni nella disponibilità del pubblico.
La piscina, poi, attaccata agli spogliatoi del Colavolpe rappresenta un insulto solo a parlarne.
Uno spreco enorme di risorse economiche per una struttura che doveva essere il vanto della città nel “mondo” ed è invece ridotta ad un acquitrino dove regnano rane e rospi.
Per non parlare del campo San Martino B, lasciato allo stato brado da sempre.
L’unica cosa che funziona in quella che doveva essere la cittadella dello sport terracinese è l’illuminazione: uno sfarzo e uno spreco per nababbi medio orientali.
Non pervenuta la storia e la situazione (comunque catastrofica) del campo in contrada La Fiora; in precarie e promiscue le condizioni dei due campetti in zona 167, case popolari di Via Badino e case popolari vicino all’Ospedale Fiorini.
Poi vi sono le tensostrutture del palazzetto dello sport Carucci e di Via Carot a Borgo Hermada, in precarie condizione di agibilità.
Con questo devastante scenario possiamo affermare che l’amministrazione comunale terracinese, negli ultimi 12 anni, ha avuto a cuore soltanto le sorti del campo della “Vittoria” di Borgo Hermada.
Sarà perché!
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