“Il 29 marzo di vent’anni fa mi alzavo dal letto, accendevo la televisione, mi sintonizzavo sul Televideo ed apprendevo di essere diventato deputato al Parlamento. La notte prima, festeggiata la vittoria del centrodestra alle politiche, non ce l’avevo fatta a restare sveglio per lo scrutinio nel collegio. E in fondo non ero particolarmente emozionato per l’elezione. Il deputato l’ho fatto per sei anni, il senatore per due, poi territorio e preferenze. Svegliai mia moglie, le comunicai la notizia ed uscii di casa senza particolare enfasi. Quella storia l’ho rivissuta ieri, quando ho appreso che Berlusconi aveva scritto a me e a La Destra la significativa lettera che poi e’ rimbalzata sulla rete e sulle agenzie di stampa, alla vigilia del nostro comitato centrale di oggi. Comunicator…. E’ un appello a militare insieme, a rappresentare con Forza Italia quelle nostre idee che altrove non sono riuscite ad emergere elettoralmente. Oggi, dovremo rispondere, ragionando di politica, anche rispetto all’assenza di posizioni degne di questo nome nel panorama che ci circonda. Posso dire che e’ stata una iniziativa che ho apprezzato molto quella del presidente Berlusconi? In tutti questi anni ce ne sono stati almeno un paio di polemica tosta, penso alla stagione delle politiche 2008 e alle europee 2009. Ma senza spargimento di sangue, perché il prima e il dopo non si dimenticano affatto, in un rapporto che è stato di straordinaria lealtà. Nella relazione al comitato centrale che leggerò oggi lo ricorderò, perché da noi, proprio ne La Destra, nessuno può dire a Berlusconi di aver mai fatto questioni di percentuali elettorali, affidandoci la responsabilità della coalizione in campagne elettorali durissime come quelle nel Lazio e in Sicilia. E particolarmente nella mia terra, disse subito si’ un fedelissimo di Silvio come Antonio Tajani, mentre tentava incredibilmente di ostacolare la mia difficile candidatura proprio chi veniva dal nostro mondo…. Ma ora e’ acqua passata. Oggi decideremo, attuando come primo passo l’annunciata riforma statutaria sul doppio tesseramento, rilanciando al costo simbolico di un solo euro l’adesione al nostro movimento politico e decidendo il posizionamento elettorale da assumere. Lo faremo democraticamente, come abbiamo sempre fatto in questi anni. Per poi ricominciare a correre in giro per l’Italia a raccontare una storia di sovranità nazionale che rivendichiamo, di affermazione del diritto a non farsi contaminare dalla moda relativista che sembra imperare nella cultura del Paese, di tutela dei più deboli tra i cittadini italiani per i quali chiediamo sostegno un minuto prima di quello che misericordiosamente garantiamo a chi viene da fuori. Questa Destra nostra, che abbiamo raccontato in tutta la Nazione, continua a vivere con i propri militanti, la sua comunità e a costruire cultura politica e modello sociale. Altra, per forza, dovrà essere la sua rappresentanza elettorale, perché ancora troppo fresca e’ la ferita provocata dalla diaspora a cui le scelte di Fini – e non solo – trascinarono un intero popolo di fedeli. Quelle piaghe non si rimarginano ancora, se è vero che la destra italiana si è sparpagliata in troppi rivoli e formazioni politiche. Verrà il tempo della riunificazione vera; quando cesseranno settarismi e personalismi. Di questo abbiamo tutti sofferto. E’ l’ora dell’umiltà e della politica vissuta con gioia e non per costrizione“. Lo scrive stamane il Segretario Nazionale de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito e sull’editoriale de Il Giornale d’Italia.