“La Corte Costituzionale, bocciando la riforma
Madia, è entrata nel merito del il principio di leale collaborazione tra i
poteri dello Stato. In pratica, se lo Stato interviene su una materia di
competenza regionale, lo deve fare concordando le modifiche alla legislazione
con gli enti che governano il territorio. La stessa cosa accadde con la legge
obiettivo del governo Berlusconi, analogamente impugnata dalle regioni e
colpita dalla Corte costituzionale, per la materia legata alle
infrastrutture. Se il potere è mio, non te lo prendi tu, ma me lo chiedi e
agisci dopo che ti ho dato il mio ok. La Madia pretendeva che le regioni si
accontentassero di un semplice parere da esprimere. E stupisce che il solo
Zaia, fra i governatori, abbia impugnato la legge. La realtà è che chi ci
governa deve avere un po’ più di rispetto istituzionale, le regole non si
devono piegare alla convenienza di palazzo Chigi. E su questo architrave
pensano di sovvertire la Carta costituzionale col referendum di domenica
prossima. La posta in gioco è elevatissima, perché Renzi punta ad un
dominio personale privo di contrappesi. Nel presidenzialismo americano c’è
il Congresso a vigilare sul capo della Casa Bianca: non vorremmo che di qui
in avanti si pensasse persino a cancellare la Corte costituzionale. È un
altro motivo per dire No alle strambe idee del premier”. Così, lo
riferisce una nota, su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace,
vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La
Destra.