“Berlusconi non si impicci di Roma, che non ne azzecca una. Ogni volta che appoggia un candidato, la Capitale dice di no. E quando dice sì, sarebbe andata meglio se non se ne fosse occupato“. Lo scrive Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra. “Berlusconi farebbe bene a controllare i dati elettorali invece di sparare candidati a sindaco: Borghini 1997, Tajani 2001, Alemanno 2006 e Alemanno 2008 (il povero Gianni credo che avrebbe fatto volentieri a meno di imbarcarsi in un’avventura che si è rivelata foriera di guai) autorizzano a pensare che il leader di Forza Italia porti jella. Addirittura – aggiunge Storace – esiti non positivi a Roma anche quando il centrodestra vinse alle regionali: Polverini 2010 sconfitta dalla Bonino e io, nel 2000, davanti a Badaloni ma sempre sotto il 50% dei voti della Capitale, dicono che Roma risponde negativamente. Quindi, non si capisce il motivo dell’intempestiva uscita dell’ex Premier sulle Comunali di Roma, appena ridimensionata da Licia Ronzulli. Non vuole le primarie, ma il candidato a sindaco vuole sceglierlo lui, da solo“.
“La dichiarazione di voto a favore di Marchini mentre brindava al compleanno della De Girolamo se la poteva davvero risparmiare: intanto – prosegue Storace su Il Giornale d’Italia- ha creato danno proprio a Marchini sottoposto ad una selva di fischi da web da una vastissima area di destra che sogna di vedere in campo Giorgia Meloni. La partita del Campidoglio non si può giocare con colpi d teatro. Occorre essere realisti, anzitutto all’interno del centrodestra. Anche perché Marchini ci tiene a far sapere che lui non ci pensa proprio ad essere candidato del centrodestra. Al massimo, ringrazia (forse) se lo votiamo. Ecco, Alfio – che è tutt’altro che uno sprovveduto – non può davvero pensare che chi fa politica per passione e non per rubare debba togliere il disturbo perché arriva lui. Ci vuole rispetto per comunità che hanno lottato, venendo emarginate: Marchini ha il dovere di dire pubblicamente chi vuole e chi no al suo fianco”.
“La risposta dell’ingegnere sarà doverosa soprattutto se la Meloni dovesse decidere di non candidarsi. E noi faremo di tutto, invece, per convincerla a scendere in campo. Perché Giorgia può rialzare la bandiera del riscatto di una città e di una comunità. Lo dicono i sondaggi, lo sentiamo dall’umore popolare, lo favorisce l’irripetibile condizione del favore degli alleati, che non potrebbero dirle di no. E’ ovvio che ci saranno colpi sotto la cintura, ma ci sarà una marea umana a proteggerla. Perché – conclude Storace – con una donna di carattere in Campidoglio non ci sarà più spazio per i ladri“.