“Poche chiacchiere e azione capillare. Ora che le elezioni regionali sono indette, salvo colpi di scena, bisogna mettere a punto la macchina organizzativa per l’appuntamento che il 10 e 11 febbraio del 2013 riguarderà per ora solo Lombardia, Lazio e Molise. La Destra ha già tre appuntamenti in queste regioni con la propria classe dirigente, sabato a Milano, domenica a Tivoli, al duca d’Este, lunedì a Isernia. Oggi pomeriggio, con i dirigenti dell’ufficio politico, ragioneremo sulle prospettive da offrire al nostro movimento e soprattutto agli italiani. Perché alle politiche ci si arriverà di qui a poco. E fa male il Pdl, a partire da Alfano, a dare l’idea di voler rinviare di nuovo le stesse regionali.
Parliamoci chiaro: Alfano ha ragione quando dice che si spendono cento milioni per votare nelle tre regioni, soldi che si sarebbero risparmiati con l’election day assieme alle politiche. Ma sbaglia a dare l’idea di contare talmente poco al punto che il governo nemmeno ha concordato col suo partito l’orientamento elettorale. Al posto suo, farei di tutto per anticipare a febbraio anche le politiche, invece di strillare contro l’esecutivo che mantiene in vita”. E’ quanto scrive su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.
“Comunque, se la vedano loro. Noi andremo in tutte le regioni d’Italia secondo il calendario che ho già fissato fino al 22 dicembre, perché dobbiamo lanciare messaggi di mobilitazione a tutta la nostra classe dirigente. E ci permetterete anche di dedicarci alla regione più significativa per voti e seggi per il nostro amato simbolo.
Anche perché si tratterà di una partita che potrebbe riguardarci personalmente. Gli stessi sondaggi mi onorano attribuendomi finora la percentuale più alta tra vari candidati, noti e meno noti, che potenzialmente potrebbero guidare una coalizione di centrodestra.
Vedremo se ci sarà questa coalizione – continua Storace – visto che proprio il Pdl non sembra ancora aver compreso che le elezioni ci saranno e da’ l’impressione di voler bruciare un candidato dopo l’altro. Si voterà fra una dozzina di settimane e noi non intendiamo arrivarci impreparati.
La conclusione anticipata dell’amministrazione Polverini non deve vedere il ritorno di una sinistra arrogante, che non ha nessuna lezione da impartire ad altri in tema di moralità. Fiorito e Maruccio pari sono.
Noi intendiamo disputare una partita leale, sapendo che più delle alleanze di partito conterà moltissimo la capacità di emozionare un popolo che va spinto fuori dal recinto della rassegnazione.
Sapere che cosa si deve fare in regione: cominceremo, comincerò a parlarne dal 9 dicembre, quando inviteremo migliaia di persone ad affollare il teatro Olimpico di Roma. Da quella domenica partirà una campagna elettorale intensa, rivolta a restituire dignità alla politica e alle persone. E diritti a chi li ha persi.
Ho governato il Lazio dal 2000 al 2005. Se ancora oggi si riscuote consenso per quell’amministrazione, che fu interrotta da un presunto scandalo che dopo sette anni ha invece trovato giustizia in Corte d’Appello, evidentemente qualcosa dovrà pur significare.
Chi arriverà alla regione Lazio non può esserci indifferente.
La nostra e’ una regione ai vertici nazionali per il Pil – conclude Storace – non deve diventare povera per troppe tasse pretese dal governo Monti e da un’Europa sorda ai diritti sociali. Tredici anni fa potevamo permetterci di accogliere lo straniero che fuggiva per fame dal suo paese e offrirgli un tozzo di pane. Oggi dobbiamo sfamare prima gli italiani”.