“‘Finalmente’, scrivemmo dieci anni fa sui
manifesti che pubblicizzavano la Costituente de La Destra, che nasceva al
Palazzo dei congressi di Roma, per iniziativa dei fondatori, in primis
l’indimenticabile Teodoro Buontempo. Fummo anticipatori di un messaggio che
oggi è al centro del dibattito nel centrodestra, quello della sovranità
nazionale. Che non è tema su cui dividere le forze. E ieri, in conferenza
stampa, La Destra e Azione Nazionale, con Alemanno e Menia assieme a noi,
hanno annunciato il congresso nazionale che dovrà portare a fondere i due
movimenti”. Lo scrive su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace,
segretario nazionale de La Destra.
“La Destra – prosegue – terrà la sua assise sfidando la scaramanzia, dal
mattino di venerdì 17 febbraio (il nostro amuleto si chiama Buonasorte…) e
ragioneremo su questi splendidi dieci anni di una comunità che ha puntate a
resistere contro le mode dominanti: nascemmo mettendo sotto accusa una linea
politica che vedeva An orientarsi verso il Partito popolare europeo e il
partito unico del centrodestra, senza alcuna attenzione ai valori di fondo.
Azione Nazionale nasce in questi tempi, con la volontà di riaggregare quanto
disperso a destra: An veleggiava sui sei milioni di voti, ce ne sono ancora
cinque in libera uscita. Il 18 e 19 febbraio ci vedremo insieme, ripartirà
la scintilla, ci abbracceremo e per quel che ci riguarda intendiamo
perseguire con forza l’obiettivo che intendiamo darci e proporre alla
Nazione, con un appello esplicito alla Lega di Salvini, a Fratelli d’Italia
della Meloni e ai Conservatori e Riformisti di Fitto: basta apparati,
puntiamo a far nascere il Partito della Sovranità, magari prima con un polo
e poi con una forza politica unitaria. Che dovrà avere opzioni
programmatiche ben precise: dal rapporto con una moneta che odiamo alla lotta
all’invasione migratoria; alla battaglia aperta a quel relativismo etico e
culturale che sta cancellando le nostre migliori tradizioni. Ai militanti de
La Destra voglio dire grazie per questi anni orgogliosi. Con alcuni la strada
è continuata fino ad ora, con altri ci sono state liti, ma tutti siamo stati
insieme perché sentivamo un vuoto nella politica nazionale. Da ora, e
soprattutto dal congresso di febbraio, ci proviamo, più forti, senza
personalismi, puntando su rinnovamento ed esperienza da far marciare assieme.
Non ci vedrete impegnati in scontri furiosi per una poltrona; vogliamo le
primarie per scegliere; auspichiamo una legge elettorale maggioritaria per
governare questo paese. Mettiamocela tutta, anche se costerà a ciascuno di
noi un piccolo sforzo economico per la tre giorni di febbraio. Lo dobbiamo a
tutta una comunità che ci ha seguito e che abbiamo il dovere di indirizzare
compatti verso la nuova rotta. Ai nostri compagni di strada assicuriamo
lealtà, che è il valore assoluto del nostro impegno in politica. Il nostro
Giornale d’Italia seguirà con passione il nuovo percorso aprendo sempre più
le pagine al dibattito sulle scelte da compiere. Non lo nascondiamo: siamo
emozionati. Ma non impauriti: sono le sfide più belle quelle che ci
motivano”.