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Storie e personaggi mitici della Terracina di una volta. Pauluce ju Bazzar

scritto da Redazione
Storie e personaggi mitici della Terracina di una volta. Pauluce ju Bazzar

Si chiamava Paolo Assaiante, ma forse pochi lo sapevano perché da tutti era meglio conosciuto come Paulucce ju Bazzar.

La ragione era che aveva un negozietto al n.48 di via Roma – ove vendeva un po’ di tutto – e la cui insegna era costituita da una tabella con la legenda “bazar”.

Era un uomo basso, corpulento, mite e galantuomo.

Ciò che lo caratterizzava era un occhio di vetro che quando dal quel faccione ti fissava faceva impressione e metteva disagio.

Dovete sapere che in quell’epoca (1938-39) l’Associazione Cattolica D. Alighieri da circa una settimana aveva acquistato a Roma, ed installato in sede, un gioco nuovo: il ping pong.

Ai ragazzi quella settimana fu più che sufficiente a distruggere le sei palline di celluloide avute in dotazione e si preoccuparono di acquistarne delle altre.

A chi rivolgersi, dunque, se non a Paulucce ju Bazzar?

Andarono e candidamente gli chiesero:

– Paolù, che tiè le palle de cerellòide?

Neanche finirono di parlare che si dovettero dare alla fuga.

Paulucce, che come altri ignorava l’esistenza di questo gioco era saltato fuori del bancone incavolato di brutto e rincorrendoli, urlò:

– Che ve pozzen’accide a vòva e chèlle quatte puttane de lle mamme vòste! Che nen abbasta che tènghe nu uècchie de vètre, pure le palle de cerellòide me vulètae fa’ tenè?!

e.l.

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