“Il nostro paese ha perso negli anni un terzo della superficie agricola. Confeuro reputa assolutamente allarmanti e gravi i numeri snocciolati recentemente dall’Ispra – l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – nell’ultimo rapporto nazionale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che disegna un contesto aggiornato dei processi di trasformazione del territorio a seguito di grandi criticità come, ad esempio, l’urbanizzazione, l’erosione, l’abbandono e l’inquinamento. Un quadro ancora più preoccupante se si considera che tale fenomeno è in costante crescita con alte percentuali di suolo nuovamente a rischio entro il 2050, che potrebbe avere forti conseguenze negative sul benessere dell’ambiente, dell’uomo, e degli animali. È chiaro ed evidente, a giudizio di Confeuro, che servono soluzioni immediate e concrete – tecnologiche e innovative – in grado, da una parte, di rendere la produzione più efficace, e dall’altra di conservare e recuperare le superfici agricole, soprattutto quelle appartenenti ai cosiddetti “esodati della Pac”, cioè quei piccoli e medi agricoltori, rimasti esclusi dai contributi delle politiche agricole comuni e che quindi, non avendo più sostegno economico, hanno deciso di abbandonare il loro piccolo appezzamento di terra. In questa direzione, è necessario raggruppare insieme questa moltitudine di piccoli proprietari terrieri e incentivare la rimessa in produzione delle superfici abbandonate. E questa pratica virtuosa condurrebbe inevitabilmente a vantaggi occupazionali, ecologici, ambientali e produttivi non indifferenti, oltre a salvare importanti porzioni di suolo dalla incuria e dalla cementificazione. Questa, per noi, dovrebbe essere la strada da seguire, una priorità istituzionale improcrastinabile sia per il governo nazionale che per le istituzioni europee”.
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