giovedì 21 Novembre 2024,

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Taglio alle province. Le prime dichiarazioni, in pillole, del ministro Griffi

scritto da Redazione
Taglio alle province. Le prime dichiarazioni, in pillole, del ministro Griffi

Al termine della riunione del Consiglio dei ministri, quelle che seguono sono le brevi dichiarazioni del ministro Patroni Griffi.
Il decreto sulle Province prevede “51 province comprese le città metropolitane”. Lo ha annunciato il ministro Filippo Patroni Griffi illustrando il decreto sulle Province.
Il decreto sul riordino delle Province “é di tipo ordinamentale e strutturale, nella logica avviata con la spending review”: “Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di  transizione sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014”. Lo afferma il ministro per la Funzione Pubblica nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi.
La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014; a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici.
La riduzione è “un processo irreversibile e da gennaio verranno meno le giunte provinciali”. Così il ministro  Filippo Patroni Griffi spiega il decreto sul riordino delle Province, aggiungendo che il governo “si è mosso tra spinte opposte, tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale”.
“Alcuni già ci sono stati, noi andiamo avanti con il nostro timing perché crediamo nella legittimità degli atti. Ovviamente come ogni atto in questo Paese, sono soggetti ad un sindacato giudiziario. Noi andiamo avanti con il nostro timing”. Risponde così il ministro per la Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, a chi gli chiede se il governo non tema che da parte delle Regioni possano arrivare ricorsi.
Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale “ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più”, aggiungendo che “la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro”.

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