Avvocati, sindaci e cittadini non sembrano voler digerire la riforma della geografia giudiziaria che scatta in queste ore. Oltre 900 uffici in tutta Italia tra tribunali, procure, sezioni distaccate e giudici di pace chiudono i battenti, accorpati ad altre strutture giudiziarie. Una razionalizzazione attesa da molto tempo, per risparmiare a regime fino a 80 milioni di euro, secondo le stime, e per ammodernare una mappa delle circoscrizioni vecchia di oltre 150 anni, concepita prima dell’Unità d’Italia. Ma le conseguenze dei tagli bruciano, perché molti territori si sentono defraudati di un presidio che giudicano indispensabile o temono che l’accesso alla giustizia diventi ancora più faticoso, ma anche perché ci sono uffici già in affanno esposti al sovraccarico.
E poi, ci sono incognite “su date, fissazione dei processi, trasferimenti del personale”, come rileva il Consiglio nazionale forense che al termine di una riunione nazionale dell’avvocatura a Roma, annuncia un monitoraggio su disservizi e mancanze basato sui dati che arriveranno dagli Ordini forensi. “Siamo alla farsa”, afferma Valerio Marini, presidente dell’Oua, l’Organismo unitario dell’Avvocatura che chiede addirittura le dimissioni del ministro e annuncia un ricorso alla Corte dei conti per danno erariale. “Ministro e governo siano sensibili alle criticità”, chiede il presidente dell’Unione camere penali, Valerio Spigarelli. “Da domani si rischia il caos, il ministro ci convochi”, è l’appello delle sigle della pubblica amministrazione di Cgil, Cisl e UilIl malumore è forte soprattutto al sud, ma non solo. La Campania appare una delle zone in cui il disagio si fa sentire di più. A Sala Consilina un manifestante ha minacciato di darsi fuoco davanti a palazzo di giustizia. Il presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, lancia l’allarme per la carenza di personale. A Ischia i sindaci chiedono di rimuovere il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. In provincia di Salerno, i centri del Vallo di Diano ha indetto un consiglio comunale straordinario che si terrà sulla piazza di fronte a Palazzo di Giustizia e una serrata generale di tutti gli esercizi commerciali del Vallo di Diano per protestare contro la chiusura del tribunale di Sala Consilina, destinato a essere fuso con quello di Lagonegro, in Basilicata. E da Potenza il presidente della Basilicata, Vito De Filippo, ha chiesto un confronto con il ministro Cancellieri sulla chiusura del tribunale di Melfi mentre la sala riunioni della giunta veniva occupata da amministratori e rappresentanti degli avvocati. Stessa richiesta anche dalla presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, e il presidente dell’Anci, Piero Fassino invita a sostenere i Comuni per i costi legati agli accorpamenti. A Rossano, in Calabria, è stata bloccata la via d’ingresso al Palazzo di giustizia per impedire il passaggio dei mezzi che avrebbero dovuto effettuare il trasloco, spostando parte dele materiale a Castrovillari. A Sulmona, in Abruzzo, il comitato pro-tribunale annuncia un presidio permanente. All’Elba i sindaci hanno sfilato in corteo. A Tolmezzo, in Friuli, mentre il tribunale chiude, il sindaco Dario Zearo parla di “scelta scellerata che rallenterà la macchina giudiziaria e aggraverà i costi”.