Tutti sanno (forse sarebbe meglio dire, quasi tutti sanno) che la via Appia, anche per il percorso che attraversa Anxur (Terracina) fu realizzata nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio, con l’intenzione di collegate Roma a Capua e per movimentare le truppe verso sud durante la Seconda Guerra Sannitica (326 – 302 a.C.).
Finita la guerra, le truppe romane, con in testa il censore Appio Claudio, ripassarono per Anxur (Terracina) ma si dovettero fermare perché in prossimità della piazza che il figlio di Aulo Emilio edificò con pecunia sua, una miserabile porta di colore verde pisellino sbarrava loro la strada.
La storia patria non racconta questo episodio – aneddoto che fece diventar, di fatto, ceco di rabbia il censore Appio Claudio, che da qual giorno aggiunse al suo nome e cognome l’appellativo etichetta di Ceco e per decreto la somma di sesterzi 10.000 per ogni abuso edilizio commesso in città.
Una storiaccia, che continua ancora oggi, ma con una variante: ogni abuso (singolo) viene tassato 10.000 euro (esenti iva e a volto coperto) per le lottizzazioni Appio Claudio Ceco sta ancora discutendo con il potente sindacato abusivi la tariffa da imporre loro.
Historia magistra vitae.
P.S. Dopo oltre 2.000 anni la Porta color pisellino è ancora salda al suo posto, come ci attesta la foto di Stefano Del Monte, che ringraziamo.
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