È bene sottolineare come l’aumento dei costi che ci troveremo presto ad affrontare come famiglie e come cittadini sia unicamente il frutto di scelte politiche, quelle che hanno definito il PEF da cui poi appunto è derivato il piano tariffario contenente gli aumenti. I parametri presenti nella relazione, portata prima in commissione e poi in consiglio, dall’assessore all’ambiente, che però per sua stessa ammissione non ha nemmeno letto, sono quelli su cui si può lavorare per sviluppare una strategia di risparmio che impatti in termini di diminuzione delle tariffe.
La attuale tendenza di tutti i comuni limitrofi (indipendentemente dal colore politico di chi li governa) va verso la diminuzione delle tariffe, senza che si registri un peggioramento dei servizi che invece in molti casi sono addirittura migliorati, ma unicamente in ragione del calo dei consumi e del risparmio che deriva dalla raccolta differenziata. Nel caso del Comune Di Terracina invece ci sarà un aumento di oltre € 1.300.000 , solo in minima parte calmierato dalle somme che la società ICA ha recuperato con un lavoro di accertamento dell’evasione.
L’assessore Di Girolamo c’ha raccontato che l’aumento da lui effettuato derivi dagli obiettivi inseriti nel nuovo appalto che sarebbero il raggiungimento del livello 3 di differenziazione; l’applicazione della tariffa puntuale e l’incremento di raccolta differenziata. Ma di queste parole non abbiamo trovato alcuna traccia scritta all’interno della relazione presente agli atti, relazione che definisce poi il costo del servizio. Si evidenzia ancora come gli aumenti previsti siano esclusivamente a danno delle famiglie, parliamo di un impatto immediato in un momento come questo con l’inflazione galoppante in cui non avremmo potuto e dovuto permetterci di fare valutazioni superficiali, come sono state fatte dall’assessore all’ambiente.
La verità è che il PEF approvato in consiglio non contiene elementi che permettano di compiere scelte adeguate in grado di dare il giusto valore agli interventi in equilibrio con il maggior risparmio per gli utenti, e le conseguenze di queste scelte ci portano ad avere delle tariffe ben al di sopra del tasso di inflazione. Il gruppo consigliare Alessandro Di Tommaso sindaco ritiene necessaria una rettifica del PEF che la maggioranza quasi compatta ha licenziato in consiglio il 30 aprile, qualora il governo ne dia la possibilità, mettendo questa volta al centro del PEF i reali vantaggi per i cittadini e i reali vantaggi per la città e tenendo questa volta da parte l’elenco dei possibili interventi che riteniamo più utili alle fotografie da postare sui social piuttosto che al bene della nostra città.Tanto per dare un dato utile alla comprensione di cosa è stato approvato, negli altri comuni della provincia che per dimensioni sono compatibili con il Comune Di Terracina , il costo complessivo della Tari va da un minimo di 8 milioni fino ad un massimo di 10 milioni. Per il Comune Di Terracina tale costo sarà di 12 milioni!
Il gruppo consigliare Alessandro Di Tommaso sindaco ha votato in modo contrario a tali scelte in quanto il PEF approvato in Consiglio è un documento fatto male e la cui diretta conseguenza è stata appunto l’aumento delle tariffe della Tari per le famiglie. Noi consideriamo di una gravità inaudita la scelta di mettere le mani nelle tasche delle famiglie Terracinesi in un momento di contingenza economica come quello che stiamo vivendo senza che vi sia stata una reale necessità ma piuttosto diretta conseguenza di scelte superficiali e poco utili ai reali bisogni della città operate da un assessore che, per sua stessa ammissione espressa ad apertura del dibattito sul punto in Consiglio, non è competente rispetto alla materia che è chiamato a governare.
Latina Tu