commenti di chi ha assistito alla partita e riportato nelle cronache giornalistiche quello che è accaduto al “Salveti”, affermano convinti che il Cassino è un ottima formazione e che si è giocata la partita con “ardore” e la convinzione di raggiungere il risultato pieno.
Ma il Terracina, domenica pomeriggio, non è stato a guardare, e al di là dei due infortuni difensivi che hanno determinato le due reti, si è fatta valere e possiamo dire anche se l’occasione capitata a Mazzoni al minuto 37 fosse state sfruttata a dovere, oggi potevamo parlare della partita forse in altri termini.
Ma si sa: con i se e i ma sono piene le fosse, sopratutto nel mondo del calcio.
Alcuni dati che emergono anche da questo incontro perso rimangono oggettivi: la difesa della formazione di Palo, sulla carta, si è rafforzata, ma continua con le “amnesie” che costano caro, e non fanno altro che aggravare la posizione in classifica, penultimo posto con 22 punti insieme all’Ilvamaddalena.
Come il reparto avanzato, uscito rinforzato dagli ultimi e ultimissimi acquisti, che non riesce a trovare regolarità nel far rotolare la palla in fondo al sacco della porta avversaria.
Ed è anche questo duplice problema, che oggi, come ieri, sta condannando oltre misura la squadra terracinese ad un campionato incolore e con un possibile risvolto finale “catastrofico”, proprio nell’anno del centenario della sua fondazione e nel ritorno nella categoria dopo ben 10 anni.
Ma è certo che questa eventualità non la vuole nessuno: non la vuole la società, non la vogliono i giocatori, non la vuole il tecnico, non la vogliono i tifosi e gli sportivi che i colori bianco – celesti li hanno stampati sul cuore.
Però, al di là di ogni considerazione più o meno plausibile e tale da giustificare il ritardo che si è accumulato in classifica generale, quali correttivi aggiuntivi occorrerebbero ora?
I giocatori che servivano (sempre sulla carta) sono giunti, il nuovo preparatore atletico ha preso servizio, le competenze economiche dei giocatori sembrano non siano più un problema psicologico impedente ai positivi risultati .
Ed allora?
Allora, rimane solo da discutere la posizione dell’allenatore.
L’unico fino ad ora neanche sfiorato pubblicamente da alcuna critica.
Certo, Antonio Palo, fino ad oggi si è comportato da professionista serio e irreprensibile, che ha attraversato a nuoto il periglioso oceano societario, la mancanza di giocatori di esperienza, ma adesso, però, tutto questo non è più sufficiente.
Serve fare risultati e proprio a ben vedere, non servirebbe neanche praticare un bel gioco in campo.
SERVE VINCERE!
E forse anche per questo occorrerebbe un “match analyst”, che collabori con l’allenatore nell’elaborazione delle dinamiche di gioco, consigliando al meglio e in tempo reale l’allenatore.
Forse, al momento, potrebbe essere questo l’anello mancante alla catena tecnica del Terracina calcio 1925, edizione centenario?
Se è così, perché non procedere?
e.
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