Ieri ci siamo lasciati con la promessa che avemmo ripreso a parlare delle cose che non vanno al “Mario Colavolpe”, lo stadio della fu cittadella dello sport che per intere classi dirigenti politiche di Terracina doveva essere il fiore all’occhiello della città ed è invece finito per essere una delle “7 piaghe” dolorose di una intera comunità.
La doppia sensazione di felicità ed orgoglio provate quest’anno a seguito delle gesta calcistiche della squadra dei fratelli Baioni, con fantastica vittoria in Coppa Italia di Eccellenza e del relativo Campionato con accesso diretto in Serie D, ha “ringalluzzito” la tifoseria ma anche una parte non trascurabile di chi governa politicamente Terracina.
Governa, in tutta onestà ci sembra un parolone non adeguato a ben vedere come è ridotto il Mario Colavolpe e la fu Cittadella dello sport, che doveva dare vanto alla città e di riflesso ai suoi amministratori.
In tanti anni, che oltrepassano gli ultimi 13, intere generazioni di amministratori terracinesi delle strutture sportive in generale ed in particolare del “Colavolpe”, salvo qualche “leccatina” di restyling, poco hanno fatto e per alcuni decenni addirittura nulla hanno fatto, demandando a qualche “inappropriato mecenate” il nome di Terracina, del calcio e dello sport inteso in senso lato.
In questa ultima stagione calcistica del dopo elezioni amministrative ha visto, però, un risveglio della politica per il calcio che ha navigato da subito nelle posizioni di alta classifica.
Tanti, forse troppi i selfie li immortalano a futura memoria promozionale, ma ai tanti scatti fotografici non ha fatto riscontro niente di significativo per il “Colavolpe”, che è rimasto “impantanato” in un terreno di gioco da “palude pontina ante litteram”, con gli spogliatoi che questo inverno grondavano pioggia a tutto spiano e tutte le altre criticità, non ultime la ridistribuzione dei parcheggi tra locali ed ospiti, le vie di accesso e deflusso dallo stadio.
Le facce della politica, ieri presenti addirittura a livello Europeo, si sono ritrovate sul carro del vincitore del Terracina calcio 1925, e giù ancora foto per arricchire la loro corposa collezione.
Foto scattate sul terreno di gioco di ultima generazione del “Bartolani” di Cisterna: uno stadio vero, con vicino un palazzetto dello sport dove gioca una squadra di pallavolo di “Serie A” e a due passi dallo scalo ferroviario che può far giungere i tifosi comodamente in treno.
Ora il tema è: sapranno gli “eroi” della politica locale e mondiale dare una svolta, come hanno dato i fratelli Baioni al calcio terracinese, a partire già da domani?
Saranno in grado, oltre che a farsi selfie ricordo, a lavorare per consegnare ai terracinesi uno stadio e un complesso sportivo degni di un epoca che si vuole moderna?
Nell’attesa che tutti ciò accada, non pubblichiamo alcuna foto della “compagine” dei politici presenti ieri a Cisterna e lasciamo lo spazio vuoto, come al lavoro che non è stato fatto negli ultimi anni per il calcio e lo sport terracinese.
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