E’ il 5° punto- inderogabile – del programma elettorale della lista “Sì Cambia”
“Difesa degli interessi dei più deboli, degli anziani, di chi non ha voce per farsi sentire. Per una Terracina che faccia del welfare un suo punto d’onore. Coordinare tutte le associazioni della città per un progetto coeso di rilancio sociale, culturale ed economico”.
Consegnare a ogni cittadino di Terracina e soprattutto a chi è in stato di bisogno, penso alle persone portatrici di handicap, agli anziani, a chi non ha un reddito sufficiente, un nuovo patto di coesione sociale.
Un welfare che si ponga l’obiettivo di migliorare la struttura sociale, attraverso la riforma dei servizi già esistenti e l’avvio di nuovi progetti.
L’intero settore dovrà avere inoltre un Monitoraggio – Osservatorio in grado di attenzionare le dinamiche sociali per indirizzare al meglio gli interventi mirati ai bisogni individuati, ma anche valutare l’efficacia e dunque l’eliminazione per quelli che fossero inadeguati.
Oltre al Monitoraggio – Osservatorio delle azioni programmate, c’è bisogno della Carta dei Servizi, che in maniera trasparente illustri al cittadino ogni azione posta in campo e come raggiungerla, senza sprofondare nel gorgo burocratico.
In un ambiente sociale di crisi economica c’è poi la necessità di realizzare un Banco Alimentare permanente, capace di recuperare le eccedenze alimentari per ridistribuirle gratuitamente ad associazioni o enti caritatevoli e dunque ai cittadini terracinesi in difficoltà.
Penso ad esempio alla filiera agroalimentare, abbiamo vicino il Mof di Fondi, che una mano importante potrebbe conferire a tale iniziativa e al collegamento con il Banco Alimentare nazionale.
Una volta avviato il progetto saranno poi le associazioni di volontariato a proseguirlo, mentre l’amministrazione comunale rimarrà un loro interlocutore privilegiato.
Innovativa sarebbe poi la istituzione di un Asilo Nido aperto la sera (dalle 20.30 alle 22.30 a costo contenuto) per dare un po’ di respiro alle mamme e ai papà, che riacquisterebbero così un po’ di tempo per una cena, o magari per un film al cinema.
Infine, un richiamo per l’Azienda Speciale Terracina, l’ente strumentale del Comune per i servizi sociali.
Crediamo fermamente che questa non possa o debba spaziare su competenze che non siano legate alla sua mission istituzionale.
Non riteniamo accettabile, infatti, che ai servizi alla persona e alla famiglia, a quelli socio assistenziali, si interponga lo smontaggio e montaggio dei palchi per gli eventi, la custodia e guardiania dei parchi (vedere in che stato si trovano) e degli immobili comunali, ad esempio.
Lavori che assorbono risorse, quando si potrebbe ragionare sulla costituzione di un Servizio Civico Comunale, che coinvolga con progetti d’inclusione sociale persone prive di occupazione o che si trovano in particolari situazioni d’indigenza economica.
Un lavoro, si badi bene, di pubblica utilità, con caratteristiche di volontariato e flessibilità, non assimilabile o sostituibile con il lavoro dipendente o autonomo capace, però di ammortizzare per un tempo definito le difficoltà di tanti cittadini terracinesi.
Infine, dall’interno della macchina burocratica dell’Ente Comune, una volta eletti, verificare se la struttura messa in piedi con la costituzione dell’Azienda Speciale Terracina, offre la congruità economica rispetto alla sua gestione, la rispondenza dei servizi sui reali bisogni dei cittadini, oltre alla capacità di incidere sui nuovi temi del disagio sociale.