Sappiamo per certo che la Befana ha portato solo “cenere e carbone” ai gestori pro tempore della tutela fluviale del territorio terracinese.
E non poteva essere altrimenti per il pietoso stato in cui versa il fiume Lungolinea Pio Sesto nel tratto tra via dei Volsci e la grata del ponte del Salvatore.
Questo preventivo sbarramento contro lo sversamento incontrollato della monnezza che il fiume raccoglie lungo il suo percorso alle acque della baia di Terracina, è insopportabile.
Intollerabile sul versante della dignità civica della maggioranza dei cittadini, ma soprattutto per il danno ambientale che procura alla salute e all’economia della Terracina turistica: un vero e proprio sconcio al quale nessuno degli aventi diritto ha fino ad oggi posto rimedio.
Posso immaginare di chi siano le responsabilità ultime di tale incresciosa situazione che coinvolge il Consorzio di Bonifica, il quale è bene ricordarlo attraversa una gravissima crisi di liquidità, che coinvolge 150 maestranza che non vengono pagate da mesi, ma anche di chi politicamente e amministrativamente pensa che possa lavarsene bellamente le mani: la Regione Lazio e la Provincia di Latina.
Non tento una difesa d’ufficio dei lavoratori del Consorzio di Bonifica, ma credo che dopo sei mesi senza ricevere lo stipendio se la pianura Pontina non è andata sott’acqua lo si deve solo alla loro abnegazione.
La riflessione politica che si può trarre è: se chi oggi dirige questi enti non è in grado di garantire la tutela dei lavoratori e delle mission d’istituto e meglio che si facciano da parte; siano essi parte integrante della Provincia di Latina o della Regione Lazio.
Adesso basta!
Si dia subito corso alla pulizia di questo tratto di fiume prima che qualcosa d’irreparabile possa accadere alla salute pubblica.
I cittadini non tollereranno oltre che i rappresentanti di queste Istituzioni facciano impunemente la parte di Ponzio Pilato.
Gina Cetrone