Dal 15 maggio siamo ormai a 90 giorni dall’insediamento della nuova (modus dicendi) amministrazione, e credo che la domanda sia legittima: già, che amministrazione abbiamo?
Dopo l’incredibile 27,27% preso da FdI nonostante ciò che ci hanno fatto vedere gli inquirenti, c’è da chiedersi se i terracinesi amino la verità, quella verità in cui morale e politica trovino un senso per una gestione seria e costruttiva.
Sono cosciente di infastidire, ma a vedere solo passerelle mi chiedo che razza di cervelli abbiamo al comando.
Non intendo fare retorica, ma se il buon giorno si vede dal mattino, ci troviamo ancora di fronte ad una gestione della città fantastica e non realistica.
È dall’elezione di Vincenzo Recchia che iniziai ad interessarmi di politica cittadina, tanto che fondai un giornalino locale, “ALL’OMBRA DI PISCO MONTANO”, e chissà se c’è ancora qualcuno che lo ricorda.
Ho scritto qualche migliaio di articoli senza aver mai preso il patentino di giornalista, anche se molti credono che io lo sia, e da autodidatta ho imparato ad analizzare gli elementi in campo traendo da essi i possibili sviluppi.
Passai poi in TV, nella quale trasferii a parole ciò che prima mettevo su carta: sta quindi agli atti che vi ho sempre avvertito in tempo, sulle scelte sbagliate che dal 1993 in poi, voi, miei cari compaesani, stavate per fare e che poi avete comunque fatto.
Non chiedo medaglie, ma non potete negare, almeno con il senno del poi, che purtroppo, e sottolineo “purtroppo”, ho avuto ragione su tutto, ma si sa, la ragione è dei fessi perché i furbi preferiscono trippa e fregnacce.
Dal 1993 sono passati 30 anni: 30 anni di disastri!
Sei lustri di una clamorosa commedia delle illusioni che ha penalizzato Terracina sulla via del progresso, una commedia delle ipocrisie interpretata da piatti quanto scialbi protagonisti, che hanno sparso a piene mani giudizi, recriminazioni, giustificazioni e fuffa.
Gli attori dell’una o dall’altra parte, a volte insieme, a volte divisi, ma sempre per convenienza e mai per senso di responsabilità, hanno infierito su città e territorio causando danni incalcolabili, tanto che per ridare dignità a Terracina bisognerebbe radere al suolo opere che sono costate una barca di milioni.
Per dirla in breve, la grande politica a Terracina non c’è mai stata, e la città non è stata abbellita, ma martoriata.
Di chi la colpa se non dei terracinesi stessi? Basta scorrere questo social per rendersene conto, che a leggere certi post c’è solo da piangere.
Avremmo avuto bisogno di personaggi in grado di realizzare un programma di ampio respiro, sanamente veritiero, con particolare attenzione allo sviluppo e all’economia, un programma per un’azione impregnata da una vera forza rinnovatrice, ci ritroviamo invece assessori che si glorificano per il taglio delle erbacce, o magnificano la venuta di un comico: e mo’ godetevi il ferragosto che con l’autunno arriveranno gli uccelli paduli.
Germano Bersani